cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"
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sviluppo sociali, come pure, inversamente, il collegamento fra le iniziative attuate in diverse città, a<br />
prescindere dalla loro appartenenza nazionale, si rivela un mezzo per porle come attori internazionali<br />
per affrontare sfide globali e promuovere sviluppo economico e attività di costruzione della pace,<br />
secondo l’approccio della “democrazia glocale” proprio del corso.<br />
9) Naturalmente la “democrazia glocale” è in grado di esplicarsi, tuttavia, solo nella conoscenza e<br />
nel rispetto delle diverse accezioni di “democrazia” che si giocano rispettivamente ai diversi livelli<br />
territoriali. Ben diverso è infatti il senso della “democrazia” che entra in gioco nella vita del Comune,<br />
della Provincia, della Regione e dello Stato da quello che caratterizza l’attività<br />
dell’organizzazione che copre in pratica l’intero ambito territoriale dell’umanità ossia<br />
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU).<br />
10) L’elemento ideale di cerniera tra tali due istanze è dato dall’esistenza di realtà “regionali”, che<br />
definiscano meglio ossia con una maggiore capacità integrativa e quindi localmente gli obiettivi<br />
delle stesse Nazioni Unite (compresa la “democrazia”) e che operino perciò su scala prevalentemente<br />
continentale, coinvolgendo più da vicino gli Stati interessati. All’avanguardia in questo disegno è<br />
da sempre l’Europa.<br />
11) Interessanti l’Europa sono infatti almeno cinque realtà “regionali”, che, a diverso titolo ed estensione,<br />
coinvolgono molti Stati europei nella promozione e nella condivisione dei valori delle<br />
Nazioni Unite, fra i quali appunto la “democrazia”, e costituenti perciò altrettanti tipi di proposte di<br />
“democrazia europea”. Esse si possono peraltro distinguere in due gruppi ben differenziati tra loro.<br />
12) Il primo gruppo comprende tre realtà “regionali” europee, diverse tra loro quanto a intenti ed estensione,<br />
ma comunque proponenti un certo tipo di “democrazia europea”, di significato peraltro<br />
progressivamente più intenso. In primo luogo esiste l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione<br />
in Europa (OSCE), che coinvolge ben 56 Stati, dagli Stati Uniti d’America ai 12 Stati della<br />
Comunità degli Stati Indipendenti, e comprende tutti gli Stati europei. In secondo luogo esiste<br />
l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), che coinvolge 30 Stati,<br />
dal Messico alla Nuova Zelanda, e comprende almeno 21 Stati europei. In terzo luogo esiste<br />
l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (OTAN o NATO), che coinvolge 26 Stati,<br />
dagli Stati Uniti d’America alla Turchia, e comprende almeno 22 Stati europei. Tutte e tre queste<br />
realtà “regionali” sono effettivamente sorte, avendo come baricentro l’Europa e mirando a offrire,<br />
in modi diversi e con intensità diverse, maggiori garanzie per un’affermazione della democrazia in<br />
Europa e anzi di una “democrazia europea”. Tuttavia la prima di esse offre una proposta per così dire<br />
“minimale” (per gli standard europei) di “democrazia”; la seconda di esse si sta invece evolvendo,<br />
nella specificità del suo approccio, verso dimensioni ormai planetarie, che stanno ponendo sempre<br />
più in subordine l’originaria accezione “regionale” europea; la terza, infine, pur restando fedele<br />
all’originaria delimitazione nord-atlantica e perciò europea dei suoi Stati membri, sta assumendo<br />
tuttavia, nella sua specifica dimensione, un ruolo e una funzione anch’essa di portata planetaria e<br />
insieme sta andando incontro a una sua ridefinizione complessiva in relazione alla compresenza al<br />
suo interno di due accezioni di “democrazia”, soprattutto a livello internazionale, tendenzialmente<br />
differenti tra loro, quella americana e appunto la “democrazia europea”.<br />
13) Ben più rappresentativo della “democrazia europea” è il secondo gruppo di realtà “regionali”<br />
europee, costituito da due entità molto simili tra loro quanto al proprio carattere essenzialmente europeo,<br />
alla concezione dei <strong>diritti</strong> umani, della “democrazia” e della “<strong>cittadinanza</strong>” (<strong>attiva</strong> e non) e<br />
alla loro azione concertata, e aventi, non a caso, una stessa sede, una stessa bandiera e uno stesso<br />
inno. Tuttavia anche qui ci si trova in presenza di due proposte progressivamente più intense.<br />
14) La prima è quella propria del Consiglio d’Europa (CdE), che coinvolge ben 47 Stati,<br />
dall’Islanda alla Russia, e comprende almeno 40 Stati europei. Il Consiglio d’Europa, la prima in<br />
ordine di tempo di tali due realtà “regionali” europee, è definibile tuttora come il “cane da guardia”<br />
dei <strong>diritti</strong> umani in Europa (Europe’s human rights watchdog), nel senso che esso impegna gli Stati<br />
membri alla realizzazione di un elevato standard nel godimento dei <strong>diritti</strong> umani quali effettivi <strong>diritti</strong><br />
civili e anche politici, in ordine quindi alla piena affermazione di un’autentica “democrazia” e di<br />
una reale “<strong>cittadinanza</strong>” (<strong>attiva</strong> e non), tramite il costante monitoraggio della situazione dei <strong>diritti</strong>