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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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Per quanto riguarda il terzo punto ossia una prevista “eurolotteria”, il Rapporto finale sosteneva curiosamente:<br />

“Per far sì che l’Europa divenga viva per gli Europei, un evento con richiamo popolare<br />

può aiutare a promuovere l’idea europea. […] La lotteria servirebbe a finanziare progetti nel campo<br />

della cultura. L’avvio e l’annuncio dei risultati sarebbero pubblici e trasmessi via televisiva attraverso<br />

la Comunità. Il risultato può essere espresso eventualmente in ECU.”<br />

Per quanto riguarda il quarto punto ossia l’”accesso a musei e a eventi culturali”, il Rapporto finale<br />

proponeva che tutte le condizioni e riduzioni speciali, disponibili in uno Stato membro per i giovani,<br />

fossero estese ai giovani provenienti da tutti gli Stati membri.<br />

Solo alcune di queste misure relative all’area “cultura e comunicazione” saranno effettivamente attuate,<br />

ma non saranno sufficienti a conseguire gli scopi previsti dal documento.<br />

La terza condizione dell’educazione alla <strong>cittadinanza</strong> europea doveva essere l”informazione”. A<br />

questo proposito il Rapporto finale enunciava le seguenti osservazioni:<br />

“Il Comitato ritiene che il popolo d’Europa non riceva un’informazione soddisfacente sulla costruzione dell’Europa.<br />

Questo è un problema per tutte le istituzioni della Comunità e per gli Stati membri.<br />

L’informazione sulla Comunità sarà intesa a spiegare i temi fondamentali che sottolineino l’importanza cruciale della<br />

Comunità per gli Stati membri – gli eventi storici che condussero alla costruzione della Comunità e che ispirano il suo<br />

ulteriore sviluppo nella libertà, nella pace e nella sicurezza e le sue conquiste e il suo potenziale nel campo economico e<br />

sociale. Gli Stati membri possono mostrare come l’azione nazionale è rafforzata dall’azione della Comunità. E’ anche<br />

necessario sottolineare al popolo quali costi ci sarebbero se la Comunità non esistesse.<br />

Il Comitato propone che il Consiglio europeo inviti le istituzioni della Comunità e gli Stati membri a cooperare più<br />

strettamente e a migliorare l’effettività di servizi, in particolare a livello regionale e locale, per procurare al cittadino<br />

un’informazione sulla Comunità.”<br />

Purtroppo queste proposte, pur messe poi in atto, si riveleranno drammaticamente insufficienti a risolvere<br />

il problema dell’”informazione”, che resterà sino a oggi il più grave problema in ordine<br />

all’educazione alla <strong>cittadinanza</strong> europea e dunque a un esercizio consapevole e condiviso della democrazia<br />

europea, sia rappresentativa, sia partecipativa.<br />

La quarta condizione dell’educazione alla <strong>cittadinanza</strong> europea doveva essere una serie di misure a<br />

proposito di “gioventù, educazione, scambi e sport”. A questo proposito, il Rapporto finale proponeva<br />

delle misure nei seguenti settori: a) insegnamento della lingua; b) scambi tra scuole; c) campi<br />

di lavoro volontario per giovani; d) l’immagine europea nell’educazione; 80 e) cooperazione universitaria;<br />

f) addestramento vocazionale; g) scambi di giovani e scambi professionali; h) sport.<br />

Le varie misure proposte saranno poi realizzate in vario grado, ma con risultati tuttora insufficienti,<br />

in particolare per quanto riguarda la prevista “immagine europea nell’educazione”.<br />

La quinta condizione dell’educazione alla <strong>cittadinanza</strong> europea doveva essere il “lavoro volontario<br />

nello sviluppo del Terzo mondo”. A questo proposito il Rapporto finale proponeva la piena partecipazione<br />

e cooperazione delle organizzazioni non governative (ONG) con la Comunità Europea, stabilendo<br />

la prima decisiva forma di collaborazione tra questi due soggetti.<br />

La sesta condizione dell’educazione alla <strong>cittadinanza</strong> europea doveva essere una serie di misure riguardanti<br />

“sanità, sicurezza sociale e droghe”. A questo proposito il Rapporto finale proponeva tra<br />

l’altro: a) la creazione di una Carta Sanitaria d’Emergenza di formato universale europeo, disponibile<br />

per ogni cittadino che la volesse, contenente dati sanitari personali e quindi utile per eventuali<br />

80 A questo proposito il Rapporto proponeva: a) la creazione in ogni Stato membro di Centri per facilitare l’opera di<br />

scuole e docenti e per informarli e aiutarli da un punto di vista educativo (da qui nascerà p.e. in Italia<br />

“PuntoeduEuropa”, l’ambiente web dell’”Indire” (Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica) per percorsi<br />

di formazione per docenti (appartenenti alle scuole iscritte) per l’educazione alla <strong>cittadinanza</strong> europea); b) la preparazione<br />

e la disponibilità di appropriati libri di testo e materiali didattici; c) la conferma del 9 maggio di ogni anno<br />

come Giornata dell’Europa al fine di creare consapevolezza e dare informazione nelle scuole in particolare, così come<br />

alla televisione e negli altri mezzi di comunicazione; d) la predisposizione di un Centro che esponesse le acquisizioni<br />

europee, e l’eredità comune, sostenuto da una collezione di documenti e opere relative (la prima e più completa iniziativa<br />

in tal senso è quella costituita dal “Centro virtuale della conoscenza sull’Europa” (CVCE), con sede a Lussemburgo,<br />

e dal suo formidabile “European NAvigator” (ENA) (sito web www.ena.lu.), al quale rinviano i link di numerosi dei<br />

documenti qui citati).

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