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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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3) il completo accesso di EUROPOL a “tutti i dati utili in materia di terrorismo” e la creazione in<br />

EUROPOL di una “squadra di specialisti nella lotta al terrorismo”, che avrebbe dovuto collaborare<br />

con “i colleghi americani”;<br />

4) l’ampliamento della direttiva sul riciclaggio del denaro e una decisione quadro sul sequestro dei<br />

beni, nonché “misure nei confronti delle giurisdizioni e dei territori che non cooperano” con la convenzione<br />

delle Nazioni Unite sulla repressione del finanziamento del terrorismo;<br />

5) il rafforzamento della sicurezza dei trasporti aerei, con misure quali: classificazione delle armi,<br />

formazione tecnica degli equipaggi, controllo dei bagagli alla registrazione e in seguito, protezione<br />

dell’accessibilità alla cabina di pilotaggio e controllo qualitativo delle misure di sicurezza nazionali.<br />

La condizione fondamentale della vittoria, a lungo periodo, nella guerra contro il terrorismo era individuata,<br />

tuttavia, dal Consiglio europeo, in ultima analisi, in queste azioni:<br />

1) “prevenire e stabilizzare i conflitti regionali” ossia il conflitto in Medio Oriente;<br />

2) “un dialogo politico approfondito con i Paesi e le regioni del mondo che sono la culla del terrorismo”<br />

ossia con i Paesi arabi e in genere islamici;<br />

3) “l’integrazione di tutti i Paesi in un sistema mondiale equo, che offra sicurezza, prosperità e uno<br />

sviluppo migliore”.<br />

In tal modo l’UE delineava una efficace strategia globale di lotta al terrorismo, che sarà peraltro alquanto<br />

disattesa negli anni successivi dalla guida della coalizione internazionale contro di esso.<br />

Il Consiglio europeo, infine, prevedeva pure le conseguenze economiche della nuova situazione politico-militare<br />

internazionale: “Gli avvenimenti dell’11 settembre renderanno più grave di quanto<br />

previsto il rallentamento dell’economia”, confidando, tuttavia, nella imminente introduzione<br />

dell’euro come “riparo dagli shock connessi alle fluttuazioni monetarie”.<br />

Un mese dopo si svolgeva la riunione ordinaria del Consiglio europeo di Gand del 19 ottobre 2001.<br />

In essa veniva appunto dato spazio in primo luogo alla “preparazione dell’introduzione dell’euro”.<br />

A questo proposito si affermava: “L’immissione in circolazione dell’euro è di importanza storica. Il<br />

cittadino beneficerà nella sua realtà quotidiana di un risultato concreto e tangibile dell’integrazione<br />

europea. L’Europa ne risulterà rafforzata in termini di visibilità e di vicinanza al cittadino”. Ma veniva<br />

anche precisato “l’impegno in materia di stabilità dei prezzi assunto dagli attori economici:<br />

siamo fiduciosi che sapranno assumersi le responsabilità che loro incombono. Eventuali abusi saranno<br />

denunciati”. 353<br />

Per quanto riguarda l’”esame della situazione economica”, il Consiglio europeo confermava che “il<br />

rallentamento economico è stato accentuato” dagli avvenimenti dell’11 settembre”. E tuttavia ribadiva<br />

il suo impegno “ad attenersi al patto di stabilità e di crescita e ad accelerare il processo di Lisbona<br />

per far sì che aumenti il potenziale di crescita a lungo termine dell’Europa”.<br />

Per quanto riguarda, invece, “il seguito degli attentati dell’11 settembre e la lotta contro il terrorismo”,<br />

il Consiglio europeo confermava esplicitamente “il suo più fermo sostegno alle operazioni<br />

militari, che hanno preso inizio il 7 ottobre e che sono legittime ai termini della Carta delle Nazioni<br />

Unite e ai sensi della risoluzione n. 1368 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.” Precisava<br />

pure che “in Afghanistan, l’obiettivo resta l’eliminazione dell’organizzazione terrorista Al Qaeda<br />

che è all’origine degli attentati dell’11 settembre e i cui dirigenti non sono stati consegnati dal regime<br />

dei talebani.” Ma stabiliva pure dei chiari obiettivi a tali operazioni militari:<br />

1) “Occorre sin d’ora operare, sotto l’egida delle Nazioni Unite, per favorire l’emergere di un governo stabile, legittimo<br />

e rappresentativo dell’insieme della popolazione afgana, rispettoso dei <strong>diritti</strong> dell’uomo e desideroso di sviluppare buone<br />

relazioni con tutti i Paesi limitrofi”;<br />

2) “Non appena questo obiettivo sarà conseguito, l’Unione Europea si impegnerà con la comunità internazionale in un<br />

vasto e ambizioso programma, allo stesso tempo politico e umanitario, di aiuti alla ricostruzione dell’Afghanistan, in<br />

vista della stabilizzazione della regione”.<br />

Infine il Consiglio europeo recepiva il nuovo allarme sulle “minacce di commettere atti terroristici<br />

impiegando armi chimiche o biologiche”. Di conseguenza stabiliva misure atte rafforzare la vigi-<br />

353 Questo monito sarà scarsamente ascoltato, almeno in Italia.

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