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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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Con tale Statuto il processo d’integrazione europea aveva conosciuto una drammatica accelerazione,<br />

fin troppo accentuata rispetto alla volontà politica proprio della Francia. Così il preliminare processo<br />

di ratifica del trattato istitutivo della CED, iniziato nella primavera del 1953, finì per essere<br />

pregiudicato da questi ultimi sviluppi rivoluzionari: la ratifica del trattato della CED fu equiparata al<br />

consenso sullo Statuto della Comunità Europea. Inoltre stavano venendo a mancare i motivi originari,<br />

che avevano spinto alla formazione della CED, ossia la minaccia di un’invasione sovietica<br />

dell’Europa occidentale: infatti la morte di Stalin e la fine della guerra di Corea sembravano allentare<br />

la tensione sul fronte della “guerra fredda” e far sembrare così inutile o anzi dannosa per gli interessi<br />

nazionali francesi (allora concentrati nella guerra d’Indocina) la stessa CED. Così, mentre<br />

Germania, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo ratificarono effettivamente entro la primavera del<br />

1954 il trattato della CED, la Francia e l’Italia 50 attesero sino all’estate del 1954, quando il Parlamento<br />

francese (in cui prevalevano ancora forti riserve sia su eventuali limitazioni della sovranità<br />

nazionale in campo militare, sia su qualsiasi ipotesi di riarmo tedesco) lo respinse il 30 agosto 1954,<br />

determinando con tale suo atto l’affossamento del trattato, il fallimento della CED e a maggior ragione<br />

l’oblio dello Statuto della Comunità Europea ossia del progetto di trattato istitutivo di una<br />

Comunità politica europea.<br />

La questione, lasciata così aperta, del riarmo tedesco sarà risolta con i Protocolli di Parigi del 23 ottobre<br />

1954, che trasformeranno l’Unione Occidentale nella nuova Unione dell’Europa Occidentale<br />

(UEO), tuttora esistente, nella quale entreranno sia l’Italia, sia la Germania, a cui sarà comunque<br />

riconosciuta dalle potenze occidentali la piena sovranità nazionale e quindi il diritto alla propria difesa,<br />

a proprie forze armate e a un proprio esercito, anche se con precisi limiti quantitativi e qualitativi.<br />

La Germania entrerà nella NATO il 6 maggio 1955 51 e l’Italia entrerà nell’ONU il 14 dicembre<br />

1955.<br />

La Comunità Economica Europea (CEE)<br />

e la Comunità Europea dell’Energia Atomica (EURATOM)<br />

Restava il problema della Comunità Europea. Il suo scacco sembrava dover riflettersi sulla stessa<br />

CECA. Ma il successo di quest’ultima era così chiaro e completo che, anzi, i sei Stati membri erano<br />

comunque propensi a intensificare ed estendere la loro integrazione economica, riprendendo in tal<br />

modo l’originario disegno della Dichiarazione Schuman. La nuova proposta francese tendeva peraltro<br />

ad attuare una nuova Comunità europea in un nuovo settore economico specifico ovvero quello<br />

dell’energia atomica, particolarmente promettente per i suoi impieghi civili comuni. La nuova proposta<br />

di Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, subito accolta da Germania e Italia, prevedeva, invece,<br />

di puntare direttamente alla creazione di una nuova Comunità economica europea in quanto tale,<br />

con l’obiettivo di attuare un mercato comune europeo generale, per tutti i beni economici. Nella<br />

conferenza di Messina dell’1-2 giugno 1955, i ministri degli esteri dei Sei decisero di accogliere entrambe<br />

le proposte, dando mandato a un apposito Comitato (presieduto da uno di loro, il belga Spaak)<br />

di preparare una relazione in merito, effettivamente presentata l’8 maggio 1956 con i progetti<br />

dei trattati delle due Comunità. Nella conferenza di Venezia del 29-30 maggio 1956 i ministri degli<br />

50 Nel frattempo De Gasperi, dimessosi dalla guida del governo italiano nell’agosto 1953, era diventato, nel 1954, presidente<br />

dell’Assemblea della CECA e in questa veste istituzionale europea concludeva, pochi mesi dopo, la sua operosa<br />

vita. A succedergli in questo incarico fu tra il 1954 e il 1956 l’italiano Giuseppe Pella (DC), già successore immediato<br />

di De Gasperi alla guida del governo italiano dal 1953 al 1954.<br />

51 Iniziava così per la Germania, pienamente integrata in tutte le strutture del mondo occidentale, uno sviluppo economico<br />

senza precedenti (potentemente sorretto dalla sua appartenenza alla CECA e soprattutto alle future CEE e CEEA),<br />

che la porterà a superare, quanto al PIL, non solo l’Italia, ma anche la Francia e persino il Regno Unito, diventando, entro<br />

il 1960, il Paese con la più forte economia nazionale di tutta Europa, come lo è tuttora.

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