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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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umani all’interno degli Stati membri e la decisa segnalazione di eventuali casi di mancato rispetto di<br />

tali standard da parte di qualche Stato membro.<br />

Malgrado l’elevato impegno del Consiglio d’Europa e la sua lodevole attività in particolare per quel<br />

che riguarda il sostegno, il coordinamento e il complemento delle politiche culturali, formative ed<br />

educative degli Stati membri in ordine allo sviluppo della sensibilità delle nuove generazioni per i<br />

<strong>diritti</strong> umani, per la democrazia e per la <strong>cittadinanza</strong> <strong>attiva</strong>, tale organismo tuttavia lascia anch’esso<br />

ai singoli Stati la responsabilità ultima di declinare nella forma compiuta tali valori, limitandosi a<br />

indicare i requisiti minimi e a controllarne la realizzazione.<br />

Ciononostante il Consiglio d’Europa, nella sua lunga storia, ha fatto da apripista e da battistrada<br />

nella definizione di un elevato standard comune europeo per i <strong>diritti</strong> umani e anzi nella formazione<br />

di una comune coscienza civile europea, che ha contribuito, nell’ambito peraltro di un’altra realtà<br />

“regionale” europea formatasi nella sua scia, alla recente creazione di una vera e propria “democrazia<br />

europea”, basata su un’effettiva “<strong>cittadinanza</strong> europea” con assolutamente inediti caratteri transnazionali<br />

e sovrastatuali.<br />

Negli ultimi tempi il Consiglio d’Europa sembra anzi avviato al ruolo di promozione di tale comune<br />

coscienza civile europea soprattutto nei confronti degli Stati membri non o non ancora aderenti<br />

all’altra realtà “regionale” europea, ossia all’Unione Europea.<br />

15) La seconda realtà “regionale” europea è l’Unione Europea (UE), che comprende attualmente 27<br />

Stati membri e costituisce la più compiuta proposta di “democrazia europea”, in quanto deriva la<br />

sua stessa origine “dalla volontà dei cittadini [questa e ogni sottolineatura successiva sono mie] e<br />

degli Stati d’Europa di costruire un futuro comune” 1 . Si tratta, in altri termini, della prima forma<br />

storica di una democrazia e di una <strong>cittadinanza</strong> transnazionale e sovrastatale, che nasce “ispirandosi<br />

alle eredità culturali, religiose e umanistiche dell’Europa, da cui si sono sviluppati i valori universali<br />

dei <strong>diritti</strong> inviolabili e inalienabili della persona, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, e<br />

dello Stato di diritto” 2 . In altri termini la base unica di tale inedita forma di democrazia e di <strong>cittadinanza</strong><br />

transnazionale e sovrastatale non sono altro che tali valori universali, particolarmente cari agli<br />

Europei, in quanto storicamente assunti come il risultato di una plurimillenaria gestazione culturale<br />

dell’Europa.<br />

16) Tale volontà di costruire un futuro comune perciò si basa in ultima analisi sulla condivisione<br />

comune di una serie di valori, sui quali si fonda dunque la stessa UE e l’effettivo rispetto dei quali<br />

costituisce, per ogni Stato europeo, la discriminante fondamentale non solo quanto alla sua entrata<br />

nell’Unione 3 , ma anche quanto alla persistenza del godimento dei suoi <strong>diritti</strong> di voto in seno alle istituzioni<br />

dell’UE 4 . Ebbene tali valori sono quelli “del rispetto della dignità umana, della libertà,<br />

della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei <strong>diritti</strong> umani, compresi i<br />

<strong>diritti</strong> delle persone appartenenti a una minoranza. Questi valori sono comuni agli Stati membri in<br />

1<br />

Dal “Trattato che stabilisce una Costituzione per l’Europa”, art. I-1, par. 1. Questo trattato, di seguito indicato come<br />

“Trattato Costituzionale Europeo” (TCE), firmato a Roma il 29 ottobre 2004, non è stato ratificato, come è noto, da parte<br />

di tutti gli Stati membri e perciò non è entrato in vigore. Il Consiglio Europeo di Bruxelles del 21-22 giugno 2007 ha<br />

deciso di convocare per il 23 luglio 2007 una Conferenza Intergovernativa (CIG), alla quale ha fornito un preciso mandato<br />

per la stesura entro l’ottobre 2007 di un nuovo trattato emendativo dei trattati tuttora in vigore, chiamato “trattato<br />

di riforma” (TR), destinato a venire firmato entro il 2007 e ratificato fra il 2008 e il 2009 e ad entrare in vigore entro il<br />

17 giugno 2009, data di svolgimento delle prossime elezioni del Parlamento Europeo. Da tale mandato (che figura come<br />

Allegato I del documento 11177/07 del Consiglio dell’Unione Europea, emesso a Bruxelles in data 23 giugno 2007)<br />

emerge la sostanziale indicazione di una distribuzione dei contenuti del TCE all’interno dei due trattati in vigore,<br />

dell’Unione Europea e della Comunità Europea, destinati a divenire a loro volta rispettivamente il “trattato sull’Unione<br />

europea” (TUE) e il “trattato sul funzionamento dell’Unione” (di seguito denominato TFU). Nelle citazioni successive<br />

si indicherà rispettivamente l’articolo originario del TCE e quello di destinazione del TUE o del TFU, stabilito dal mandato<br />

del Consiglio Europeo per la CIG. Pertanto tutte le indicazioni di seguito riportate mantengono più che mai intatto<br />

il loro valore originario.<br />

2<br />

Vedi Preambolo TCE, ora in Preambolo TUE.<br />

3<br />

Vedi art. I-58 TCE, ora in art. 49 TUE.<br />

4<br />

Vedi art. I-59 TCE, ora in art. 309 TFU.

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