cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"
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scenari di crisi internazionali diverse missioni operative di mantenimento o di ristabilimento della<br />
pace, di carattere UE, tanto da parte della UEO in quanto tale 159 , quanto in particolare da parte del<br />
Corpo europeo 160 .<br />
In questo rinnovato dinamismo aveva luogo nel frattempo il processo di ratifica del trattato di Maastricht,<br />
che peraltro aveva ricevuto un drammatico rifiuto in occasione del referendum popolare<br />
svoltosi in Danimarca il 2 giugno 1992. 161 Tale evento aveva determinato costernazione e sconcerto<br />
nell’opinione pubblica europea: era la prima volta che un referendum popolare (come tale apparentemente<br />
irrevocabile), svolto in uno Stato effettivamente membro, respingeva un nuovo trattato europeo,<br />
per giunta di tipo “costitutivo”; ciò sembrava quindi preludere all’affossamento del trattato di<br />
Maastricht e con esso della prevista Unione Europea e persino della stessa UEM.<br />
Poche settimane dopo si svolgeva il Consiglio europeo di Lisbona del 26-27 giugno 1992. Nelle sue<br />
conclusioni sul “progresso verso l’Unione Europea” il Consiglio europeo, senza menzionare<br />
l’avvenuto referendum danese e il suo esito negativo, raccomandava comunque il completamento<br />
del processo di ratifica e quindi l’entrata in vigore del trattato di Maastricht per la data, da questo<br />
prevista, del 1° gennaio 1993; confermava la disponibilità all’apertura di negoziati per l’adesione<br />
all’UE dei Paesi firmatari dell’Accordo istitutivo del SEE, non appena il trattato di Maastricht fosse<br />
entrato in vigore; esprimeva la necessità di addivenire ad accordi sul futuro finanziamento della<br />
Comunità; si pronunciava per “un’Europa vicina ai suoi cittadini”; esprimeva il proprio giudizio sul<br />
processo di realizzazione del mercato interno (per quanto riguardava sia il libero movimento dei beni,<br />
dei servizi e dei capitali, sia il libero movimento delle persone, con la raccomandazione di giungere<br />
alla firma di una Convenzione sull’attraversamento delle frontiere esterne), nonché sugli affari<br />
sociali, sulla lotta contro le droghe e su una prossima creazione dell’EUROPOL.<br />
Per quanto riguardava “un’Europa vicina ai suoi cittadini” il Consiglio europeo raccomandava<br />
l’adozione di misure atte a incrementare “la trasparenza” nel processo decisionale della Comunità<br />
europea e a rafforzare “il dialogo con i cittadini d’Europa” sul trattato di Maastricht e sulla sua ap-<br />
vili e militari, alternativo al sistema GPS, fondato e tuttora controllato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti<br />
d’America.<br />
159 Le operazioni condotte dalla UEO saranno: 1) operazioni nel contesto del conflitto jugoslavo (1992-’96): a) operazione<br />
“Sharp Guard” (con la NATO) nell’Adriatico; b) operazione relativa all’”embargo” sul Danubio; c) distaccamento<br />
di polizia a Mostar; 2) operazioni legate alla gestione di crisi (1997-2001): a ) missione in Albania; b) missione<br />
d’assistenza allo sminamento in Croazia; c) missione di sorveglianza generale della sicurezza in Kossovo. Nel 2001<br />
l’UEO cesserà ogni missione, in quanto trasferirà la propria capacità operativa direttamente all’UE.<br />
160 Il Corpo europeo vedrà già il 1° luglio 1992 l’installazione a Strasburgo di uno stato maggiore provvisorio; nel 1993<br />
inizierà il 21 gennaio la cooperazione con la NATO: il 19 maggio entrerà tra le forze dipendenti dalla UEO; il 2 giugno<br />
verrà definito dalle autorità franco-tedesche come il nucleo di un’’”identità europea di difesa e di sicurezza nel quadro<br />
dell’Unione Europea”; il 25 giugno riceverà l’adesione del Belgio per l’inserimento in esso di un’unità militare belga;<br />
il 1° ottobre verrà ufficialmente creato con l’entrata in servizio del suo primo comandante in capo; il 5 novembre verrà<br />
inaugurato ufficialmente (nella sua triplice componente franco-belga-tedesca) nel suo quartier generale a Strasburgo;<br />
nel 1994, dietro invito del 29 giugno da parte del governo francese, sfilerà (compresa la sua nuova unità spagnola, inserita<br />
il 1° luglio) a Parigi nella parata del 14 luglio; nel 1995 verrà indicato, il 31 gennaio, come esempio concreto per la<br />
creazione della “capacità militare che fa ancora difetto all’Europa”; il 1° dicembre diventerà finalmente operativo; il 7<br />
maggio 1996 riceverà l’apporto di un reparto militare lussemburghese; dal 13 maggio 1998 al 7 giugno 2000 parteciperà<br />
alla “Forza di stabilizzazione” (SFOR) in Bosnia-Erzegovina; nel 1999 verrà proposto dalle autorità franco-tedesche,<br />
il 29 maggio, come una forza d’intervento a disposizione dell’Unione Europea in caso di crisi; il 3-4 giugno verrà rafforzato<br />
dall’UE nelle sue capacità d’intervento; in novembre verrà trasformato in un “Corpo di reazione rapida” a disposizione<br />
dell’Unione Europea e della NATO; in dicembre verrà incaricato dall’UE di portare forze di reazione sul posto<br />
in caso di crisi; nel 2000 parteciperà alla “Forza del Kossovo” (KFOR) nel Kossovo (Serbia); nel 2001, verrà proposto,<br />
in aprile, come una “forza dispiegabile ad alta prontezza”; il 5 giugno inizierà la preparazione di questa trasformazione;<br />
nel 2002 otterrà la certificazione NATO di “forza di reazione rapida”; dal 2003 al 2005 parteciperà alla “Forza<br />
internazionale di sicurezza e di assistenza” (ISAF VI) in Afghanistan.<br />
161 E’ significativo che tale esito referendario si registrasse proprio in uno Stato membro che aveva già visto riconosciuto<br />
dal trattato il proprio diritto di “deroga” da uno dei punti più qualificanti di esso ossia dal completamento dell’UEM e<br />
quindi dall’adozione della moneta unica. Evidentemente la “deroga”, lungi dall’ottenere il consenso popolare, aveva<br />
anzi contribuito al “sospetto” popolare nei confronti del trattato.