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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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Ai fini di un possibile mandato della CIG, nella risoluzione seguivano poi proposte precise e dettagliate<br />

sui seguenti temi: a) unione economica e monetaria; b) politica estera della Comunità; c) miglioramento<br />

delle disposizioni dei trattati nei settori sociale, ambientale, della ricerca e della cultura;<br />

d) <strong>diritti</strong> e libertà fondamentali dei cittadini; e) miglioramento della capacità decisionale del<br />

Consiglio; f) rafforzamento delle competenze d’esecuzione della Commissione; g) rafforzamento<br />

del potere della Comunità di assicurare l’applicazione della sua legislazione; h) riforma delle disposizioni<br />

finanziarie e in particolare del sistema delle risorse proprie; h) riconoscimento della doppia<br />

legittimità della Comunità: Consiglio e Parlamento.<br />

In generale la nuova risoluzione chiariva che l’obiettivo immediato della stesura di un nuovo trattato<br />

emendativo, che avrebbe istituito l’Unione Europea, era ben distinto temporalmente<br />

dall’obiettivo finale della Costituzione Europea, che avrebbe trasformato l’UE in senso federale. E<br />

così in effetti sarebbe stato.<br />

Di lì a qualche mese, il 3 ottobre 1990, avveniva l’effettiva unificazione della Germania. In base a<br />

essa scompariva la Repubblica Democratica Tedesca e il suo territorio veniva annesso alla Repubblica<br />

Federale di Germania, compresa l’intera e riunificata città di Berlino, destinata a ridiventare la<br />

capitale tedesca, con lo spostamento della frontiera orientale tedesca alla linea dei fiumi Oder e<br />

Neisse, al confine con la Polonia. Inoltre l’unificazione tedesca poneva fine pure al regime di occupazione<br />

militare del Paese da parte di Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna e Francia, con il<br />

conseguente ritiro delle truppe di questi Paesi dal suolo tedesco, con l’eccezione di cospicue basi<br />

militari straniere (soprattutto americane), mantenute peraltro in virtù della semplice appartenenza<br />

della Germania alla NATO, ossia allo stesso titolo per cui esse si trovano tuttora anche in altri Paesi<br />

appartenenti al Patto Atlantico. Per controbilanciare tale nuova situazione, anche i nuovi territori tedeschi<br />

entravano automaticamente a far parte della Comunità Europea, che vedeva quindi le proprie<br />

frontiere esterne confinare pure con la Polonia, e soprattutto emergeva sempre più pressante la necessità<br />

di addivenire al più presto alla creazione dell’Unione Europea.<br />

Pochi giorni dopo si svolgeva il Consiglio europeo di Roma del 27-28 ottobre 1990, di estrema importanza<br />

in ordine a tale obiettivo. Infatti questa riunione evidenziò una dettagliata tabella di marcia,<br />

con indicazioni chiarissime sui contenuti.<br />

Le due previste Conferenze intergovernative dovevano iniziare simultaneamente il 14 dicembre<br />

1990. Considerati i tempi ristrettissimi per esse previsti, il Consiglio europeo di Roma approvò precisi<br />

e chiari mandati rispettivi, che avrebbero con ciò sortito l’effetto di evitare troppe discussioni e<br />

quindi di concludere i lavori in tempo utile.<br />

Per quanto riguarda la Conferenza sull’Unione Politica, si precisava:<br />

“Il Consiglio europeo conferma la volontà di trasformare progressivamente la Comunità in un’Unione Europea, sviluppando<br />

la sua dimensione politica, rafforzando la sua capacità d’azione ed estendendo i suoi poteri 119 ad altri settori<br />

supplementari dell’integrazione economica, che sono essenziali per la convergenza e la coesione sociale. L’Unione Europea<br />

sarà il culmine di un processo progressivo, concordato tra gli Stati membri: esso evolverà con il debito riguardo<br />

dovuto alle identità nazionali e al principio di sussidiarietà, che permetterà di fare una distinzione tra le materie che ricadono<br />

entro la giurisdizione dell’Unione e quelle che devono rimanere entro la giurisdizione nazionale.<br />

In accordo con la tradizione democratica di tutti gli Stati membri, e per incrementare la legittimazione democratica<br />

dell’Unione, il progresso della Comunità verso l’Unione Europea deve essere accompagnato dallo sviluppo del ruolo<br />

del Parlamento Europeo nella sfera legislativa e rispetto al monitoraggio delle attività dell’Unione, che, insieme con il<br />

ruolo dei Parlamenti nazionali, sosterrà la legittimità democratica dell’Unione. Il medesimo requisito sarà soddisfatto<br />

definendo la <strong>cittadinanza</strong> europea, che deve essere addizionale alla <strong>cittadinanza</strong> di uno Stato membro, così come tenendo<br />

conto, in accordo con procedure appropriate, degli interessi particolari delle regioni.<br />

Allo stesso tempo saranno fatti sforzi per rafforzare le altre istituzioni entro un quadro bilanciato, sviluppando gli strumenti<br />

e le procedure che hanno sin qui garantito il successo della Comunità. Anche i compiti del Consiglio europeo e<br />

del Consiglio Affari Generali saranno corretti in linea con queste nuove responsabilità.<br />

Nella sfera della politica estera, il Consiglio europeo registra consenso sull’obiettivo di una politica estera e di sicurezza<br />

comune, per rafforzare l’identità della Comunità e la coerenza della sua azione sulla scena internazionale; en-<br />

119 Tutte le espressioni in grassetto, da questa alle seguenti, rappresentarono altrettanti punti di dissenso da parte del Regno<br />

Unito, che fece emergere in quell’occasione tutte le proprie riserve rispetto alla strategia generale del Consiglio europeo<br />

sul futuro dell’Europa unita.

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