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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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metà del 2002; a quel punto sarebbero iniziati i lavori della nuova Convenzione, che si sarebbero<br />

protratti sino alla metà del 2003, lasciando tutto il tempo necessario a una veloce approvazione del<br />

progetto da parte di una nuova CIG, al “parere conforme” del PE sui risultati di essa e alla conseguente<br />

adozione della Costituzione da parte dei governi degli Stati membri, prima delle elezioni europee<br />

del giugno 2004, che potevano costituire il “momento opportuno” per associare a esse un “referendum”<br />

paneuropeo, che sancisse nel modo più solenne e definitivo il varo, pienamente democratico,<br />

del testo fondativo di un’Unione pienamente democratica, prima ancora che avessero luogo<br />

le ratifiche, ormai solo parlamentari, nazionali. 319<br />

Il dispositivo complessivo, contenuto in tale risoluzione, conteneva, dunque, tutte le “precauzioni”<br />

procedurali, per garantire le migliori possibilità di successo democratico all’”avventura” costituzionale,<br />

che il PE aveva deciso risolutamente di intraprendere da quel momento.<br />

Nel frattempo la Carta riceveva l’approvazione del PE il 14 novembre 2000 e della Commissione il<br />

6 dicembre 2000. In questo stesso giorno la CIG concludeva i suoi lavori, diffondendo il suo progetto<br />

di nuovo trattato.<br />

Subito dopo si svolgeva il cruciale Consiglio europeo di Nizza del 7-10 dicembre 2000.<br />

Nel primo giorno, il 7 dicembre 2000, avveniva la proclamazione congiunta, da parte del Consiglio,<br />

del Parlamento Europeo e della Commissione (per mezzo della firma dei rispettivi presidenti Hubert<br />

Védrine, 320 Nicole Fontaine e Romano Prodi), della Carta dei <strong>diritti</strong> fondamentali dell’Unione Europea.<br />

La Carta, tuttora esistente, contiene il seguente, davvero solenne, “Preambolo”:<br />

“I popoli europei nel creare tra loro un'unione sempre più stretta hanno deciso di condividere un futuro di pace fondato<br />

su valori comuni.<br />

Consapevole del suo patrimonio spirituale e morale, l'Unione si fonda sui valori indivisibili e universali di dignità umana,<br />

di libertà, di uguaglianza e di solidarietà; l'Unione si basa sui principi di democrazia e dello Stato di diritto. Essa pone<br />

la persona al centro della sua azione istituendo la <strong>cittadinanza</strong> dell'Unione e creando uno spazio di libertà, sicurezza e<br />

giustizia.<br />

L'Unione contribuisce al mantenimento e allo sviluppo di questi valori comuni, nel rispetto della diversità delle culture<br />

e delle tradizioni dei popoli europei, dell'identità nazionale degli Stati membri e dell'ordinamento dei loro pubblici poteri<br />

a livello nazionale, regionale e locale; essa cerca di promuovere uno sviluppo equilibrato e sostenibile e assicura la<br />

libera circolazione delle persone, dei beni, dei servizi e dei capitali nonché la libertà di stabilimento.<br />

A tal fine è necessario, rendendoli più visibili in una Carta, rafforzare la tutela dei <strong>diritti</strong> fondamentali alla luce dell'evoluzione<br />

della società, del progresso sociale e degli sviluppi scientifici e tecnologici.<br />

La presente Carta riafferma, nel rispetto delle competenze e dei compiti della Comunità e dell'Unione e del principio di<br />

sussidiarietà, i <strong>diritti</strong> derivanti in particolare dalle tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli<br />

Stati membri, dal trattato sull'Unione europea e dai trattati comunitari, dalla convenzione europea per la salvaguardia<br />

dei <strong>diritti</strong> dell'uomo e delle libertà fondamentali, dalle carte sociali adottate dalla Comunità e dal Consiglio d'Europa,<br />

nonché i <strong>diritti</strong> riconosciuti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee e da quella della Corte<br />

europea dei <strong>diritti</strong> dell'uomo.<br />

Il godimento di questi <strong>diritti</strong> fa sorgere responsabilità e doveri nei confronti degli altri come pure della comunità umana<br />

e delle generazioni future.<br />

Pertanto, l'Unione riconosce i <strong>diritti</strong>, le libertà ed i principi enunciati qui di seguito.”<br />

319 La proposta di un referendum paneuropeo era effettivamente rischiosa. Infatti un eventuale esito negativo di esso avrebbe<br />

comportato il definitivo affossamento della Costituzione come tale. Invece l’eventuale esito positivo di tale referendum<br />

paneuropeo avrebbe comportato che, anche in presenza di qualche esito negativo nei risultati nazionali e dunque<br />

dell’impossibilità di una immediata ratifica parlamentare nazionale rispettiva, l’entrata in vigore della Costituzione<br />

difficilmente sarebbe stata rinviata e ancora più difficilmente sarebbe stata annullata, come invece avverrà.<br />

320 Hubert Védrine era il ministro degli esteri francese e come tale il presidente della formazione più importante del<br />

Consiglio dei ministri dell’Unione Europea. E’ significativo che fosse lui ovvero il Consiglio a partecipare a tale proclamazione,<br />

in quanto quest’ultima era riservata alle tre massime istituzioni propriamente comunitarie, mentre il Consiglio<br />

europeo, ancora una volta istituzione suprema dell’UE super partes, si limitava, nella persona del suo presidente<br />

Jacques Chirac, al ruolo di “osservatore”, nonostante si trattasse della Carta dei <strong>diritti</strong> fondamentali dell’Unione Europea.<br />

Il fatto è che essa era connessa a una “<strong>cittadinanza</strong> dell’Unione”, che di fatto continuava peraltro a essere iscritta<br />

nel solo trattato CE. Anche questo evento dimostrava quindi la perdurante ambiguità delle disposizioni presenti nei trattati<br />

e della stessa struttura a pilastri dell’UE.

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