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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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li aiuterà ad affrontare con fiducia e realismo ulteriori tappe nella costruzione di un’Europa Unita, rendendo così più<br />

facile la trasformazione proposta dell’intero complesso delle loro relazioni in un’Unione Europea.”<br />

In generale, la “Dichiarazione sull’identità europea” indicava una chiara appropriazione da parte<br />

della Comunità Europea in quanto tale dei temi di natura più squisitamente fondativi, tipici del Consiglio<br />

d’Europa, come i <strong>diritti</strong> umani e le libertà fondamentali, la giustizia sociale, il dominio della<br />

legge, la democrazia rappresentativa, nella direzione della costruzione, su tali basi, di una politica<br />

estera comune, in grado di influenzare positivamente i lavori della CSCE e insieme di agevolare<br />

l’instaurazione di un soggetto politico, denominato Unione Europea.<br />

Il rafforzamento del Parlamento Europeo<br />

Le indicazioni presenti nella “Dichiarazione sull’identità europea” prospettavano chiaramente la necessità<br />

di dare nuovo impulso all’iniziativa europea attraverso il ravvicinamento delle politiche nazionali<br />

e la formulazione di politiche comuni, ma emerse ben presto che la costruzione della prevista<br />

Unione europea non poteva prescindere da una riforma delle stesse istituzioni comunitarie e in<br />

particolare da un miglioramento del processo decisionale comunitario. Tale miglioramento doveva<br />

riguardare innanzi tutto la politica di bilancio comunitaria, dal momento che dal 1° gennaio 1975<br />

sarebbe entrata in vigore la sostituzione integrale dei contributi finanziari degli Stati membri con risorse<br />

proprie della Comunità. Pertanto, riallacciandosi al Trattato del 1970, il Consiglio decideva, il<br />

3 dicembre 1974, di predisporre un progetto di trattato relativo ai poteri del Parlamento Europeo in<br />

materia di bilancio e all’istituzione di un nuovo organismo dedicato ossia della Corte dei conti.<br />

Il previsto aumento dei poteri di bilancio del Parlamento Europeo forniva poi l’occasione di dar<br />

corpo alle indicazioni della “Dichiarazione sull’identità europea” relative alla necessità di instaurare<br />

una nuova democrazia rappresentativa europea e in genere al rilancio dell’iniziativa europea. Il<br />

Consiglio, infatti, nella riunione di Parigi del 9-10 dicembre 1974, decideva di: a) riunirsi, come<br />

Consiglio Europeo (tra i capi di Stato e di governo), tre volte l’anno, b) approvare le elezioni del<br />

Parlamento Europeo a suffragio universale diretto, 62 c) istituire il Fondo europeo di sviluppo regionale,<br />

d) proseguire la realizzazione dell’Unione economica e monetaria europea e e) chiedere a un<br />

suo membro, il belga Tindemans, di presentare una relazione di sintesi su una futura Unione Europea.<br />

Si trattava di un corposo pacchetto di iniziative, che prefiguravano una decisa svolta nel percorso<br />

comunitario nella direzione indicata dalla “Dichiarazione sull’identità europea”.<br />

Avendo ormai presente questo sfondo generale, il Consiglio Europeo, nel quadro del rilancio della<br />

realizzazione dell’Unione economica e monetaria, adottava, il 18 febbraio 1975, un’unità di conto<br />

europea (ECU), basata su un paniere delle monete degli Stati membri, da inserire e utilizzare gradualmente<br />

in tutte le attività della Comunità.<br />

In previsione, invece, del conferimento di maggiori poteri in materia di bilancio al Parlamento Europeo,<br />

le tre istituzioni europee emanavano, il 4 marzo 1975, una Dichiarazione comune relativa<br />

all’istituzione di una procedura di concertazione tra esse, che, ridefinendo gli equilibri istituzionali,<br />

migliorava il processo decisionale comunitario in materia.<br />

In tale favorevole prospettiva il Parlamento Europeo guardava già al futuro, adottando il 10 luglio<br />

1975, quasi come un contributo al lavoro di Tindemans, una risoluzione “sull’Unione Europea”, in<br />

cui auspicava che “al fine di dare ai popoli della Comunità un senso di destino comune, sarà redatta<br />

una carta dei popoli della Comunità Europea e che saranno adottate misure pratiche capaci di contribuire<br />

allo sviluppo di una coscienza della Comunità Europea”.<br />

E finalmente il Consiglio europeo procedeva, il 22 luglio 1975, alla firma del “Trattato che modifica<br />

talune disposizioni finanziarie” ossia del previsto trattato che estendeva i poteri del Parlamen-<br />

62 In connessione con questa decisione, il Consiglio europeo poneva allo studio la possibilità di conferire ai cittadini degli<br />

Stati membri due grandi opportunità: la prima (punto 10 del comunicato finale) relativa a un passaporto uniforme<br />

come premessa di un’unione dei passaporti, con la meta finale dell’abolizione del controllo dei passaporti all’interno<br />

della Comunità; la seconda (punto 11) relativa alla concessione di “<strong>diritti</strong> speciali in quanto membri della Comunità”.

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