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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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nanza dell’Unione e <strong>diritti</strong> fondamentali; competenze e azioni dell’Unione; le istituzioni<br />

dell’Unione; attuazione delle competenze e delle azioni dell’Unione; la vita democratica<br />

dell’Unione; finanze dell’Unione; l’azione dell’Unione nel mondo; l’Unione e l’ambiente circostante;<br />

l’appartenenza all’Unione), una parte seconda dal titolo “Le politiche e l’attuazione delle azioni<br />

dell’Unione” (con: politiche e azioni interne; azione esterna; difesa; funzionamento dell’Unione) e<br />

una parte terza dal titolo “Disposizioni generali e finali”. La scelta di fondo era così precisata fin nei<br />

minimi particolari: sarebbe stato un unico trattato, spacciato in quanto tale per la “Costituzione”,<br />

mentre il trattato fondamentale ossia autenticamente costituzionale non sarebbe stato che la sua<br />

prima parte.<br />

Nella cruciale sessione plenaria della Convenzione del 28 e 29 ottobre 2002 tale progetto preliminare<br />

riceveva l’approvazione generale, compreso “il fatto che si tratti di un testo unico”, visto<br />

anch’esso “come espressione di un approccio coraggioso, rispondente alle attese della Convenzione<br />

e dei cittadini”. La scelta scorretta, miope e disastrosa era dunque stata fatta e ormai l’intera Convenzione<br />

ne portava la piena responsabilità.<br />

Nel frattempo continuava peraltro l’apertura totale dell’Unione, sia pure in forma indiretta, al mondo<br />

intero. Poche settimane dopo veniva firmato infatti, il 18 novembre 2002, l’accordo di associazione<br />

del Cile all’UE. Entrato in vigore il 1° marzo 2005, questo accordo aprirà un nuovo grande<br />

“fronte” della politica di associazione all’UE ovvero quello dell’America latina, caldeggiato, in particolare,<br />

da due Stati membri dell’UE, la Spagna e il Portogallo.<br />

Il PE, invece, nell’intento, sempre perseguito, di creare le condizioni di un’effettiva omogeneità nei<br />

<strong>diritti</strong> politici dei cittadini europei, sia per gli elettori, sia per gli eletti, con la sua risoluzione del 5<br />

dicembre 2002 “sul progetto europeo di statuto dei deputati al Parlamento Europeo” invitava le altre<br />

istituzioni dell’UE ad <strong>attiva</strong>rsi per l’esame e l’approvazione del progetto, in fase di elaborazione da<br />

parte del PE, di statuto dei deputati al PE, che doveva garantire una piena uniformità di trattamento<br />

ai membri del PE, a prescindere dalle loro diverse nazionalità, creando così la condizione indispensabile<br />

a un’omogeneità del PE in quanto composto di effettivi rappresentanti dei cittadini europei.<br />

b) Il buio a mezzogiorno ossia la guerra in Iraq<br />

Una settimana dopo si svolgeva il Consiglio europeo di Copenhagen del 12-13 dicembre 2002. Esso<br />

annunciava l’avvenuta conclusione dei negoziati d’adesione e fissava l’entrata in vigore del trattato<br />

di Nizza nei primi mesi del 2003, la soluzione globale del problema di Cipro entro il 28 febbraio<br />

2003, la firma del trattato d’adesione ad Atene il 16 aprile 2003, la conclusione dei lavori della<br />

Convenzione e la presentazione del progetto di nuovo trattato europeo nel giugno 2003, la partecipazione<br />

dei nuovi Stati membri alla successiva CIG, l’entrata effettiva dei nuovi Stati membri<br />

nell’UE il 1° maggio 2004 (con la contestuale integrazione della Commissione da parte dei commissari<br />

dei nuovi Stati membri), la firma del nuovo trattato europeo dopo tale data, le elezioni europee<br />

nel giugno 2004, l’entrata in funzione della nuova Commissione e delle nuove disposizioni (di<br />

Nizza) riguardanti la Commissione e il voto in Consiglio il 1° novembre 2004, l’apertura dei negoziati<br />

d’adesione con la Turchia nel 2005 e l’entrata della Romania e della Bulgaria nell’UE il 1°<br />

gennaio 2007. 367<br />

367 Tale impressionante “tabella di marcia” evidenziava la vera intenzionalità del Consiglio europeo, che poneva<br />

l’allargamento, sempre più cospicuo e ravvicinato nel tempo, al di sopra di qualsiasi altra considerazione, sino al punto<br />

di anteporre la firma del trattato d’adesione alla fine dei lavori della Convenzione, di far partecipare i futuri Stati membri,<br />

prima ancora della loro entrata effettiva nell’UE, alla successiva CIG, di anteporre l’adesione effettiva alle elezioni<br />

europee, di posporre la firma del nuovo trattato a tale entrata, di anteporre l’apertura di negoziati con la Turchia (nel<br />

2005) alla conclusione del processo di ratifica del nuovo trattato europeo, e infine di programmare la stessa entrata effettiva<br />

di Romania e Bulgaria nell’UE per il 1° gennaio 2007. Ce n’era abbastanza da causare un terribile corto circuito<br />

tra tale allargamento (di proporzioni e ritmi sempre più preoccupanti per molti cittadini europei) e il risultato dei lavori<br />

della Convenzione, scaricando su quest’ultimo i timori per il primo, nella confusa, ma profonda sensazione di: “quel<br />

che è troppo, è troppo”.

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