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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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to Europeo in materia di bilancio e istituiva la Corte dei conti europea.<br />

L’avvenuta firma del nuovo trattato rilanciava a sua volta la prospettiva della nuova democrazia<br />

rappresentativa europea e infatti il Consiglio europeo, nella riunione svoltasi a Roma tra l’1 e il 2<br />

dicembre 1975, non solo confermava la propria decisione di istituire l’elezione del Parlamento Europeo<br />

a suffragio universale, ma anche decideva che si procedesse all’”unione dei passaporti”.<br />

Quest’ultima misura si collocava esattamente nel solco della “Dichiarazione sull’identità europea”,<br />

che aveva sostenuto la necessità, ai fini della costituzione di una democrazia rappresentativa europea,<br />

del rafforzamento del senso d’identità politica dei popoli europei. Ebbene, direttamente funzionale<br />

a questo scopo si presentava un’iniziativa, come questa, che prevedeva che il documento con<br />

cui una qualsiasi persona si presenta in giro per il mondo ovvero la sua carta d’identità universale<br />

dovesse essere un “passaporto uniforme” per tutti gli Stati membri, recante la scritta “Comunità Europea”<br />

anteposta alla dicitura del rispettivo Stato membro; inoltre il “passaporto di modello uniforme”<br />

avrebbe facilitato la circolazione dei cittadini degli Stati membri all’interno della Comunità,<br />

favorendo ulteriormente lo sviluppo del senso di appartenenza a essa.<br />

Contando sullo sviluppo del senso dell’identità europea in chiave politica presso i popoli europei, il<br />

Consiglio europeo, riunito a Bruxelles tra il 12 e il 13 luglio 1976, procedette quindi alla definizione<br />

degli ultimi accordi sulle elezioni del Parlamento Europeo, fissando il numero e la ripartizione dei<br />

seggi, nonché la data delle elezioni, prevista per la primavera 1978. E così si pervenne finalmente, il<br />

20 settembre 1976, alla firma dell’Atto relativo all’elezione del Parlamento Europeo a suffragio universale<br />

diretto. Esso stabiliva anche norme sull’incompatibilità del mandato parlamentare europeo,<br />

tra l’altro, con cariche sia nei governi nazionali, sia nella stessa Commissione europea, nonché<br />

lasciava al singolo Stato membro la possibilità di introdurre altre eventuali incompatibilità. 63 Sebbene<br />

l’Atto parlasse, ambiguamente, dei rappresentanti “dei popoli degli Stati riuniti nella Comunità”<br />

(con un’espressione più chiara, ma anche drasticamente riduttiva, nella successiva legge applicativa<br />

italiana del 1979: “rappresentanti dell’Italia”), ai più accorti non sfuggiva peraltro che la sostanza<br />

normativa racchiusa nell’Atto ossia l’elezione di una rappresentanza unitaria dei cittadini di<br />

tutti gli Stati membri comportava la nascita di veri e propri partiti politici europei. 64<br />

Tutte le recenti misure decise dalla CE erano peraltro dirette al fine ultimo della costruzione<br />

dell’Unione Europea. E la richiesta relazione Tindemans 65 su di essa era stata effettivamente pubblicata<br />

il 7 gennaio 1976 e discussa dal Consiglio europeo a Lussemburgo tra l’1 e il 2 aprile 1976.<br />

Nella successiva riunione all’Aja tra il 29 e il 30 novembre 1976, il Consiglio europeo venne infine<br />

a pronunciarsi ufficialmente in merito, pubblicando una “Dichiarazione sull’Unione Europea”. In<br />

essa il Consiglio europeo accoglieva il nuovo grande obiettivo finale, sottolineando peraltro la necessità<br />

di sviluppare preventivamente la cooperazione politica, soprattutto in politica estera, e il<br />

senso di appartenenza dei popoli alla Comunità e comunque di realizzare preventivamente l’Unione<br />

economica e monetaria.<br />

Nella “Dichiarazione sull’Unione Europea” era in ogni caso stato accolto uno dei punti fondamentali,<br />

già presenti nella “Dichiarazione sull’identità europea” e nella successiva relazione Tindemans,<br />

ossia la necessità di fondare la costruzione dell’Unione Europea come soggetto politico sulla appro-<br />

63 In Italia tale Atto sarà recepito con la legge 6 aprile 1977 n. 150. In base a essa la successiva legge 24 gennaio 1979 n.<br />

18 stabilirà (in considerazione dell’istituzione nel 1970 delle Regioni) l’incompatibilità anche con l’incarico di presidente<br />

di giunta o di assessore regionale.<br />

64 Di conseguenza, nello stesso 1976, veniva fondato il primo partito politico europeo ossia il Partito Popolare Europeo<br />

(PPE), che trovava il suo maggior elemento di coesione in forze politiche nazionali profondamente radicate nel rispettivo<br />

territorio e genuinamente omogenee tra loro, soprattutto la CDU/CSU tedesca e la DC italiana. Grazie alla loro volontà<br />

tempestiva di passare da un semplice gruppo parlamentare a un vero e proprio partito politico e al fatto che questa<br />

scelta precederà di interi decenni le scelte analoghe degli altri gruppi parlamentari, il PPE avrebbe goduto delle migliori<br />

condizioni non solo per divenire da subito la seconda maggiore forza politica all’interno del PE, ma anche per imporsi,<br />

sia pure dopo un ventennio, come il più forte partito politico europeo, quale è tuttora.<br />

65 Nella relazione Tindemans figurava il seguente importante principio: per lo sviluppo della Comunità europea<br />

nell’Unione Europea era “essenziale” che la Comunità non solo riconoscesse i <strong>diritti</strong> fondamentali dei cittadini della<br />

Comunità, bensì anche proteggesse questi <strong>diritti</strong>.

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