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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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gono che una maggiore efficienza sarebbe favorita da un maggior ricorso a votazioni a maggioranza qualificata in sede<br />

di Consiglio […]”<br />

Anche in questo caso il Gruppo di riflessione, nella sua maggioranza, seguiva, con moderazione, il<br />

suggerimento del PE, ma insieme poneva, senza peraltro risolverlo, il problema dell’insufficienza di<br />

una sia pur migliorata efficienza della procedura decisionale europea, in assenza di una maggiore<br />

democraticità di essa.<br />

Per quanto riguarda la Commissione europea, il Gruppo di riflessione si spaccava a metà sulle opposte<br />

“opzioni” in merito alla composizione della Commissione in vista dell’allargamento<br />

dell’Unione a venticinque Stati:<br />

“Nelle grandi linee, una tendenza all’interno del Gruppo è favorevole a che in futuro si mantenga il sistema attuale,<br />

rafforzandone, se necessario, la collegialità e la coerenza. Questa opzione permetterebbe a tutti gli Stati membri di avere<br />

almeno un Commissario. Un’altra tendenza è favorevole a che si pervenga a una maggior collegialità e coerenza, riducendo<br />

il numero dei Commissari – che sarebbero quindi meno numerosi degli Stati membri – e rafforzandone<br />

l’indipendenza. Si dovrebbero stabilire procedure per selezionarne i membri in base alla loro qualificazione e al loro<br />

impegno per l’interesse generale dell’Unione. […]”<br />

In tal modo il Gruppo di riflessione poneva almeno il problema dell’opportunità di una Commissione,<br />

che, in un’Europa a Venticinque o più Stati membri, fosse messa in grado di esercitare una funzione<br />

di governo dell’Unione, anche a prescindere da una composizione che rappresentasse tutti gli<br />

Stati membri. A maggior ragione, in questo caso, la legittimità democratica di essa sarebbe dipesa<br />

soprattutto dall’elezione, fiducia e controllo esercitati su di essa da parte del PE.<br />

In conclusione il Gruppo di riflessione poneva la seguente regola d’oro per quanto riguarda il funzionamento<br />

dell’UE: “I risultati dell’Europa dipendono dalla sua capacità di prendere decisioni e<br />

poi di conformarvisi”.<br />

Per quanto riguarda, infine, il terzo e ultimo obiettivo, quello di “conferire all’Unione maggior capacità<br />

per un’azione esterna”, il Gruppo di riflessione sollecitava un potenziamento della “politica<br />

estera comune” nei seguenti termini:<br />

“Ciò significa che l’Unione deve essere in grado di analizzare e preparare, congiuntamente, la propria azione esterna.<br />

Su questa base proponiamo che sia creata un’unità per l’analisi e la programmazione della politica estera comune. Per<br />

la maggior parte di noi tale unità dovrebbe essere responsabile dinanzi al Consiglio. Molti di noi pensano anche che<br />

essa dovrebbe essere composta da persone provenienti dagli Stati membri, dal Segretariato del Consiglio e dalla Commissione<br />

ed essere incorporata nel quadro istituzionale dell’Unione. […]<br />

L’Unione deve essere in grado di eseguire le sue azioni esterne in una posizione di più alto profilo. Abbiamo esaminato<br />

diversi possibili modi di rendere l’Unione capace di parlare con una sola voce. […] Molti hanno sottolineato la necessità<br />

di una cooperazione strutturata tra la Presidenza del Consiglio e la Commissione, in modo da integrare in un tutto coerente<br />

i diversi aspetti della dimensione esterna dell’Unione, di cui esse sono responsabili.”<br />

In tal modo il Gruppo di riflessione, nella sua maggioranza, confermava il problema di una maggiore<br />

sistematicità della PESC e di una sua maggiore unitarietà, ravvisando in entrambi i casi la necessità<br />

di coinvolgere pienamente la Commissione, ma non spiegava come questo sarebbe stato possibile<br />

senza la riduzione della stessa PESC all’ambito comunitario.<br />

A proposito, invece, della “politica europea di sicurezza e di difesa”, la relazione proponeva:<br />

“Molti di noi ritengono che la Conferenza debba esaminare in che modo si possa incoraggiare lo sviluppo di capacità<br />

operative europee, promuovere una più stretta cooperazione nel campo degli armamenti e assicurare una maggior coerenza<br />

dell’azione in campo militare con gli aspetti politici, economici e umanitari di una gestione di crisi a livello europeo.<br />

Su queste basi molti di noi desiderano rafforzare ulteriormente le relazioni tra l’Unione Europea e l’Unione dell’Europa<br />

occidentale (UEO), che è parte integrante dello sviluppo dell’Unione.<br />

[…] molti di noi hanno appoggiato l’idea di una graduale integrazione dell’UEO nell’UE: si potrebbe pervenire a questo<br />

risultato promuovendo una convergenza UE/UEO con un impegno dell’UEO ad agire come organo d’esecuzione<br />

dell’Unione nel settore di operazioni militari o mettendosi d’accordo su una serie di tappe miranti alla piena fusione di

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