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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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La destinazione operativa del Corpo d’armata europeo (EUROCORPS) era la seguente:<br />

“Le missioni del Corpo europeo si inscrivono nel quadro dell’Unione Europea, nel rispetto dei limiti costituzionali nazionali<br />

e delle disposizioni della Carta delle Nazioni Unite.<br />

Il Corpo potrà essere impiegato per la difesa comune degli alleati [NATO] […]. Esso potrà ugualmente vedersi affidare<br />

delle missioni di mantenimento o di ristabilimento della pace [peace-keeping o peace-enforcing], ed essere ingaggiato<br />

nel quadro di azioni umanitarie.”<br />

Ancora una volta, dunque, l’”asse” franco-tedesco dettava, nella sua velocità d’iniziativa, la direzione<br />

di marcia e il ritmo del processo d’integrazione europea. 156 E in effetti, di lì a poco, il 19 giugno<br />

1992, il Consiglio dei ministri della UEO emanava la “Dichiarazione di Petersberg”, nella quale<br />

si legge che:<br />

“i ministri hanno sottolineato l’importanza fondamentale del trattato sull’Unione Europea e attendono con interesse il<br />

perseguimento dell’elaborazione della politica estera e di sicurezza comune durante il Consiglio europeo di Lisbona.<br />

[…]<br />

1. Conformemente alla decisione di sviluppare l’UEO in quanto componente di difesa dell’Unione Europea e come<br />

mezzo di rafforzamento del pilastro europeo dell’Alleanza atlantica […] gli Stati membri dell’UEO hanno perseguito<br />

l’esame e la definizione delle missioni, strutture e mezzi appropriati, compresi in particolare una cellula di pianificazione<br />

dell’UEO e delle unità militari dipendenti dall’UEO, al fine di rafforzare il suo ruolo operativo.<br />

2. Gli Stati membri dichiarano che sono pronti a mettere a disposizione della UEO delle unità militari provenienti da<br />

tutto il ventaglio delle loro forze convenzionali in vista di missioni militari che sarebbero condotte sotto l’autorità della<br />

UEO. […]<br />

4. Oltre a un contributo alla difesa comune nel quadro [NATO] […], le unità militari degli Stati membri della UEO, agendo<br />

sotto l’autorità della UEO, potrebbero essere utilizzate per:<br />

- delle missioni umanitarie o di evacuazione di connazionali;<br />

- delle missioni di mantenimento della pace;<br />

- delle missioni di forze di combattimento per la gestione delle crisi, ivi comprese delle operazioni di ristabilimento della<br />

pace. […]<br />

6. Le unità militari proverranno dalle forze degli Stati membri della UEO […] e saranno organizzate su base multinazionale<br />

e interforze.”<br />

Avendo ripreso dunque, sostanzialmente, gli stessi obiettivi militari fissati dall’intesa franco-tedesca<br />

per il Corpo europeo, i ministri della UEO invitavano a prendere parte a tali missioni militari tutti<br />

gli Stati membri della futura Unione Europea quindi ad aderire alla “nuova” UEO quelli che non ne<br />

erano membri (Grecia, Irlanda e Danimarca) 157 . In tal modo la UEO si presentava effettivamente<br />

come l’organizzazione preposta alla futura “difesa comune” dell’UE, anche per quanto riguarda istanze<br />

“avveniristiche”. 158 Di conseguenza, negli anni successivi, si sarebbero sviluppate nei vari<br />

156 A determinare tale velocità era anche il constatato fallimento della perdurante “cooperazione politica europea nella<br />

sfera della politica estera” di fronte alla crisi e alla fine del regime comunista in Jugoslavia e soprattutto alla successiva<br />

disgregazione graduale di questo Paese, accompagnata dallo scoppio di una serie di vere e proprie guerre tra Stati contrapposti,<br />

fatto che non era mai successo in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale. Qui si toccò con mano cosa<br />

significasse non disporre di una vera e propria “politica estera e di sicurezza comune” e anzi emerse, di fronte al perdurare,<br />

all’estendersi e all’approfondirsi di tali conflitti, sfociati in vere e proprie guerre civili, la necessità di dotarsi subito<br />

di una “politica di difesa comune”. La brutalità sempre crescente delle guerre in corso tra Croazia e Serbia, come<br />

pure e soprattutto all’interno della Bosnia-Erzegovina, condusse infine alla determinazione di approntare almeno il nucleo<br />

di una “difesa comune” (basato su una più stretta cooperazione bilaterale franco-tedesca), come era appunto il Corpo<br />

d’armata “europeo”, quale “segnale” rivolto agli altri Stati membri (appartenenti anch’essi all’UEO e alla NATO),<br />

della necessità di approntare immediatamente una grande unità militare europea, da impiegare operativamente anche<br />

nelle missioni di peace keeping o addirittura di peace enforcing, che la situazione politico-militare soprattutto in Bosnia-Erzegovina<br />

richiedeva.<br />

157 Di questi tre Stati membri dell’UE solo uno, la Grecia, entrerà effettivamente a far parte dell’UEO il 6 marzo 1995.<br />

158 La “Dichiarazione di Petersberg” presenta infatti, nella sua conclusione, un accenno alle “attività spaziali” ovvero al<br />

“centro satellitare” allora in allestimento, ovvero del centro di rilevamento e di avvistamento satellitare, uno strumento<br />

che si rivelerà sempre più importante anche per il tipo di operazioni militari proposte. La sua attualità è testimoniata<br />

dall’odierno progetto “Galileo” dell’UE, mirante a dotare l’Unione Europea di un proprio sistema satellitare, per usi ci-

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