cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"
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- “la futura Costituzione deve sancire con chiarezza e vigore: a) i valori comuni dell’UE; b) i <strong>diritti</strong> fondamentali dei<br />
cittadini europei; c) il principio della separazione dei poteri e dello Stato di diritto; d) la composizione, il ruolo e il funzionamento<br />
delle istituzioni dell’Unione; e) la ripartizione delle competenze; f) il principio di sussidiarietà; g) il ruolo<br />
dei partiti politici europei; h) la finalità dell’integrazione europea”;<br />
- “auspica che il diritto autonomo dei cittadini europei di gestire le proprie attività a livello comunale diventi parte integrante<br />
del nuovo trattato e ritiene che tale aspetto debba essere garantito e promosso”;<br />
- “auspica che il dibattito che sarà lanciato nel dicembre 2000 a Nizza, al momento della conclusione della CIG, rappresenti<br />
l’inizio di un processo di gerarchizzazione dei testi, che deve condurre all’elaborazione di una Costituzione per<br />
l’Europa, prevedendo procedure differenziate di adeguamento di tali testi, senza rischi di blocco”. 318<br />
Anche da tali motivi emergeva un quadro sostanzialmente “rassicurante” del progetto complessivo,<br />
all’insegna dell’iniziale valore dominante della semplicità e della chiarezza a tutto beneficio dei cittadini.<br />
La risoluzione passava infine a illustrare il “metodo” atto a conseguire l’obiettivo.<br />
In una “prima tappa: la riorganizzazione dei trattati varata a Nizza”, secondo il PE si sarebbe dovuto:<br />
- “ritiene che un primo trattato possa essere elaborato nel rispetto della situazione giuridica e istituzionale attuale: propone<br />
quindi che il Consiglio europeo di Nizza dia mandato al Consiglio di adottare questo trattato riorganizzato, su<br />
proposta della Commissione, previa consultazione della Corte di giustizia e previo parere conforme del Parlamento Europeo,<br />
nonché previa approvazione da parte dei Parlamenti nazionali”;<br />
- “l’elaborazione della Carta dei <strong>diritti</strong> fondamentali offre elementi per una base costituzionale comune (la sua integrazione<br />
nel trattato potrebbe assumere la forma di un primo capitolo della Costituzione)”<br />
Risultava dunque confermato che questo semplice “trattato riorganizzato”, già in virtù<br />
dell’inserimento in esso della Carta, avrebbe posto le basi per l’avvio dell’elaborazione di una vera<br />
e propria “Costituzione per l’Europa”.<br />
Infatti era prevista pure una “seconda tappa: la Costituzione preparata da una “Convenzione””, nella<br />
quale secondo il PE si sarebbe dovuto:<br />
- “propone che il processo costituzionale venga lanciato in occasione del Consiglio europeo di Nizza nel dicembre 2000<br />
con l’adozione di una dichiarazione allegata al prossimo trattato che preveda mandato, procedure e calendario per<br />
l’apertura dei lavori di redazione di una Costituzione per l’Europa”;<br />
- “ritiene indispensabile che il Parlamento Europeo e la Commissione siano i motori di questo processo costituzionale e<br />
procedano ai necessari lavori preparatori e che si tenga largamente conto dei contributi dei Parlamenti nazionali e<br />
dell’opinione pubblica sia degli Stati membri, sia dei candidati all’adesione”;<br />
- “propone che, per redigere la futura Costituzione dell’Unione, si riprenda il modello di Convenzione, nel cui quadro è<br />
stato elaborato il progetto di Carta dei <strong>diritti</strong> fondamentali, tenuto conto dei lavori collegiali trasparenti e fruttuosi che<br />
sono stati realizzati in tale sede”;<br />
- “propone tuttavia che questo modello venga adeguato, prendendo in considerazione il complesso dei lavori preparatori,<br />
onde perfezionare le procedure di discussione e di decisione in sede di Convenzione”;<br />
- “la Convenzione dovrebbe disporre di un termine massimo di un anno per elaborare il progetto preliminare di Costituzione”;<br />
- “sostiene che il calendario dei lavori preparatori debba essere predisposto in modo tale che la Costituzione possa essere<br />
adottata prima delle elezioni europee del 2004”;<br />
- “in nessun caso tali lavori devono poter bloccare o ritardare il processo di adesione” dei Paesi candidati;<br />
- “auspica che, sia per la qualità del dibattito democratico, sia per i legami tra i popoli e la loro Costituzione, i cittadini<br />
dell’Unione siano consultati al momento opportuno mediante referendum”;<br />
- “chiede che detta consultazione popolare avvenga lo stesso giorno in tutti gli Stati membri”;<br />
- l’approvazione “del testo definitivo della Costituzione” doveva avvenire “previo parere conforme del Parlamento Europeo”<br />
Il PE, dunque, prevedeva sostanzialmente un veloce approntamento da parte dello stesso Consiglio<br />
del primo trattato “”neutrale” (con l’inserimento peraltro della Carta) già entro la metà del 2001; da<br />
quel momento sarebbero iniziati i “lavori preparatori” a cura del PE e della Commissione sino alla<br />
318 In questo passo il PE era senz’altro fedele all’intenzionalità sottesa al rapporto del gruppo dei tre saggi, ma non teneva<br />
conto della grossa riserva già espressa a tal proposito nel secondo rapporto del gruppo di ricerca di Firenze.