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cittadinanza attiva - Archivio "Pace diritti umani"

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Invece il Parlamento Europeo proseguiva la propria “offensiva” in direzione dell’Unione Europea,<br />

approvando la risoluzione del 13 aprile 1984 “sul ruolo delle regioni nella costruzione di un’Europa<br />

democratica e sul risultato della Conferenza delle Regioni”. In essa il regionalismo veniva decisamente<br />

assunto per la prima volta come nuova dimensione qualificante della “democrazia europea” e<br />

perciò esplicitamente collegato al progetto di trattato appena varato dal PE, che:<br />

“1. Nota che il rafforzamento dell’autonomia delle regioni nella Comunità e la creazione di una Comunità Europea più<br />

unificata politicamente, basata su istituzioni con reali poteri, rappresentano due aspetti complementari e convergenti di<br />

uno sviluppo politico che deve essere all’altezza dei futuri compiti della Comunità;”<br />

Il PE proponeva già allora “di rafforzare i poteri fiscali e di bilancio regionali”, nonché di far partecipare<br />

“rappresentanti eletti regionali alla formulazione delle politiche presenti e future della Comunità”<br />

e di “abilitare le regioni a stabilire e mantenere relazioni dirette con le istituzioni della Comunità<br />

in futuro”, prefigurando “un corpo accreditato, che sia nella posizione di parlare a nome delle<br />

autorità locali e regionali”.<br />

In tal modo il PE affiancava alla dimensione della “democrazia rappresentativa” europea, costituita<br />

dal Parlamento Europeo, un nuovo e più forte aspetto della dimensione della “democrazia partecipativa”<br />

europea, rappresentato appunto dalle istanze locali e soprattutto regionali, una volta fossero<br />

state adeguatamente rafforzate all’interno degli Stati membri.<br />

Chi avrebbe dovuto essere ridimensionato da tale duplice “sviluppo politico” erano evidentemente<br />

gli Stati membri come Stati nazionali, che sino ad allora avevano sia rallentato l’unificazione politica<br />

della Comunità, sia sottovalutato la dimensione delle autonomie regionali. 74<br />

Infine, dominate dal “provocatorio” progetto parlamentare di trattato sull’Unione Europea e dal<br />

clima di apparente scontro tra le istituzioni europee, si svolsero poi, tra il 14 e il 17 giugno 1984, le<br />

seconde elezioni del Parlamento Europeo. Esse videro già un sia pur leggero calo nell’afflusso<br />

complessivo alle urne (61%) e una partecipazione nazionale insoddisfacente per quanto riguarda<br />

l’Irlanda (47,6%) e preoccupante per quanto riguarda il Regno Unito (32,6%).<br />

LA SECONDA LEGISLATURA EUROPEA (1984-1989)<br />

In questi anni si assistette a una decisa ripresa del processo d’integrazione europea. Il progetto di<br />

trattato sull’Unione Europea, proposto dal Parlamento Europeo, era stato infatti percepito come un<br />

salutare colpo di frusta rispetto all’inerzia del Consiglio europeo. E i risultati si videro ben presto.<br />

Infatti già il Consiglio (dei ministri) proseguì con maggiore decisione la strada, indicata dal Consiglio<br />

europeo, di offrire ai popoli della Comunità un obiettivo più concretamente percepibile e appetibile<br />

e quindi, nella prospettiva dell’imminente emissione dei primi passaporti europei, adottò la<br />

risoluzione del 19 giugno 1984, che prevedeva “il libero attraversamento delle frontiere interne degli<br />

Stati membri da parte dei loro connazionali”, lasciando peraltro all’iniziativa degli Stati membri<br />

eventualmente interessati l’applicazione di tale decisione.<br />

I. La nuova “Europa del popolo”<br />

Riprendendo poi l’intero spirito generale della “Dichiarazione sull’identità europea”, il Consiglio<br />

Europeo, nella sua decisiva riunione svoltasi a Fontainebleau tra il 25 e il 26 giugno 1984, decise un<br />

rilancio del processo d’integrazione europea che doveva passare in primo luogo attraverso la formazione<br />

di un maggiore senso di appartenenza alla Comunità nei cittadini degli Stati membri. A tale<br />

scopo esso lanciò la proposta di “Un’Europa del popolo” (o “della gente” o “dei cittadini”), a pro-<br />

74 Per quanto riguarda l’Italia, è significativo constatare che proprio il giorno prima della risoluzione del PE ossia il 12<br />

aprile 1984, a Varese, nasceva la “Lega autonomista lombarda”, quasi subito ribattezzata “Lega lombarda”.

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