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Meccanica Quantistica

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da cui per T → 0<br />

2 hν<br />

cV ≈ 3NAk exp(−<br />

kT<br />

hν<br />

) (2.45)<br />

kT<br />

Dunque il calore specifico va correttamente a zero a piccole temperature, ma il<br />

corretto andamento sperimentale è piuttosto<br />

cV ≈ T 3<br />

(2.46)<br />

Evidentemente stiamo facendo una approssimazione troppo brutale nell’assumere<br />

che tutti gli atomi oscillino con la stessa frequenza. In genere in un solido esiste uno<br />

spettro di frequenze caratterizzato da una funzione f(ν). L’energia interna viene<br />

allora scritta nella forma<br />

∞<br />

hν<br />

U(T) =<br />

0 exp( hν<br />

f(ν)dν (2.47)<br />

) − 1<br />

kT<br />

con la condizione ∞<br />

f(ν)dν = 3NA<br />

0<br />

(2.48)<br />

al fine di riottenere la legge di Dulong e Petit nel limite di alte temperature. La<br />

teoria di Einstein si riottiene assumendo appunto che esista una sola frequenza ν0,<br />

e ponendo<br />

f(ν) = 3NAδ(ν − ν0) (2.49)<br />

La teoria completa di questo effetto fu sviluppata da Debye.<br />

2.3 L’effetto fotoelettrico<br />

Nel 1905 Einstein, basandosi sull’ipotesi di quantizzazione di Planck e sull’idea che<br />

un campo e.m. in una cavità si comporta come un sistema di oscillatori armonici,<br />

mostrò come l’energia e.m. che compete alla banda di frequenze compresa tra ν e<br />

ν + dν si comporta come un insieme di corpuscoli indipendenti in numero pari a:<br />

n = U<br />

hν<br />

(2.50)<br />

In altri termini l’energia si ripartiva tra n corpuscoli (fotoni) ognuno di energia<br />

E = hν. In questo modo l’interpretazione di Einstein del corpo nero era che la<br />

luce veniva emessa come un insieme di fotoni di energia hν. Applicando questa idea<br />

anche all’assorbimento Einstein fu in grado di spiegare in modo semplice l’effetto<br />

fotoelettrico. L’effetto consiste nell’emissione di elettroni da parte di metalli irraggiati<br />

con la radiazione e.m.. I principali fatti sperimentali a questo riguardo sono:<br />

1) - esiste una frequenza di soglia ν0 che dipende dal metallo irraggiato.<br />

2) - L’energia cinetica degli elettroni emessi varia tra 0 ed un massimo che dipende<br />

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