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Meccanica Quantistica

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dV fosse data da<br />

dP = |ψ(x)| 2 dV (2.130)<br />

Da questa interpretazione seguiva la necessita’ di normalizzare la funzione d’onda,<br />

di richiedere cioe’ che <br />

|ψ(x)| 2 dV = 1 (2.131)<br />

dove l’integrale e’ fatto su tutto lo spazio. Il significato di questa equazione e’ che il<br />

trovare un elettrone in un qualunque punto e’ un evento certo, e quindi la probabilita’<br />

corrispondente deve essere uguale ad uno. Come vedremo successivamente, la scelta<br />

del modulo quadro della funzione d’onda permette di ritrovare molto semplicemente<br />

le proprieta’ di diffrazione e di interferenza mostrate anche dai corpuscoli materiali.<br />

Ovviamente questa interpretazione da’ luogo a un problema concettuale molto<br />

importante. Infatti noi possiamo calcolare la probabilita’ che un elettrone dopo aver<br />

colliso con un atomo vada in una direzione assegnata, ma la teoria non ci offre alcun<br />

elemento per poter dire a priori in quale direzione l’elettrone potra’ andare. Quindi<br />

non possiamo mai dire dove si trovi una particella, possiamo solo dare la probabilita’<br />

che si trovi in un certo punto. Dunque la meccanica quantistica deve essere una<br />

teoria strettamente probabilistica e pertanto atta a calcolare solo ed esclusivamente<br />

le probabilita’ degli eventi. Una situazione, solo apparentemente analoga, esiste<br />

in meccanica statistica. In questo caso si tratta con un numero molto grande di<br />

sistemi elementari ed e’ praticamente impossibile conoscere le condizioni iniziali<br />

di tutti questi sistemi che ci permetterebbe di fare delle previsioni completamente<br />

deterministiche. Si e’ dunque costretti ad usare metodi probabilistici, ma questi<br />

sono dovuti ad ignoranza nostra. Invece nel caso della meccanica quantistica una<br />

concoscenza piu’ dettagliata della realta’ fisica e’ imposssibile. Questo fu reso molto<br />

piu’ chiaro dalla formulazione del principio di indeterminazione di Heisenberg (Marzo<br />

1927).<br />

2.9 Il Principio di Indeterminazione<br />

Il principio di indeterminazione fu formulato da Heisenberg nel 1927 e fu derivato<br />

dalle leggi della meccanica quantistica. Ancora oggi nelle trattazioni moderne<br />

dell’argomento, questo principio viene dedotto piuttosto che assunto tra i postulati<br />

della meccanica quantistica. Però il principio di indeterminazione è il cuore stesso<br />

della meccanica quantistica e mostra esattamente il punto in cui la fisica classica<br />

fallisce. Il motivo per cui non è facilmente assumibile tra i postulati è che si tratta<br />

di un principio negativo, nel senso che pone delle limitazioni concettuali alla osservabilità<br />

delle grandezze fisiche. Non è, in altri termini, un principio costruttivo.<br />

L’enunciato è:<br />

Due grandezze canonicamente coniugate non possono essere misurate<br />

contemporaneamente con precisione assoluta. Il limite inferiore sul prodotto<br />

delle indeterminazioni è ∆p∆q ≥ h//2.<br />

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