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Meccanica Quantistica

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10.3 Più particelle in più dimensioni<br />

Il problema di N particelle in D dimensioni, corrispondendo a N ·D gradi di libertà<br />

è matematicamente equivalente a quello di tante particelle unidimensionali. D’altra<br />

parte risulta conveniente usare un simbolismo un pò diverso e che dipende esplicitamente<br />

dal numero di dimensioni che stiamo considerando. Per esempio, gli autostati<br />

delle coordinate in 3 dimensioni verranno denotati da |x〉 e cosi via.<br />

Esempio: L’oscillatore 3-dimensionale.<br />

Gli autovalori dell’energia<br />

H = 1<br />

2m p 2 + 1<br />

2 mω2 x 2 =<br />

E = E1 + E2 + E3 =<br />

n =<br />

3<br />

i=1<br />

3<br />

<br />

h/ω ni + 1<br />

<br />

2<br />

i=1<br />

<br />

1<br />

2m p2 i + 1<br />

2 mω2x 2 <br />

i<br />

<br />

= h/ω n + 3<br />

<br />

2<br />

(10.75)<br />

(10.76)<br />

3<br />

ni, ni = 0, 1, 2, · · · (10.77)<br />

i=1<br />

Le autofunzioni dell’energia sono date da<br />

ψE(x) =<br />

3<br />

i=1<br />

ψEi (xi) (10.78)<br />

dove ψEi (xi) sono le autofunzioni dell’oscillatore armonico unidimensionale.<br />

10.4 Particelle identiche<br />

10.4.1 Il caso classico<br />

Definiremo particelle identiche quelle particelle che siano delle repliche esatte le une<br />

delle altre per quanto concerne le loro caratteristiche intrinseche, cioè massa, spin,<br />

momento magnetico, ecc. Per esempio due elettroni sono da considerarsi come identici.<br />

Ovviamente non ci riferiamo alle loro caratteristiche contingenti quali la loro<br />

posizione o il loro impulso. Questa definizione rimane valida sia nel caso classico<br />

che in quello quantistico, ma le implicazioni sono enormemente diverse nei due casi.<br />

Classicamente è infatti possibile, almeno in linea di principio, assegnare una descrizione<br />

spazio-temporale completa di ciascuna particella del sistema. Pertanto anche<br />

particelle identiche possono essere identificate dalla loro storia spazio-temporale. È<br />

come se potessimo assegnare a ognuna un segnaposto che le segue in tutta la loro<br />

evoluzione. Dunque a livello classico non c’è poi molta distinzione tra particelle<br />

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