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AAS 70 [1978] - El Vaticano

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Acta Commissionum 361<br />

fondo, che incide sul modo di pensare e sullo stile di vivere, e quindi<br />

comporta contemporaneamente luci e ombre. ^<br />

Il senso del provvisorio invita a preferire gli aspetti di novità, tal­<br />

volta oscurando la stabilità e la gerarchia dei valori. Lo spirito si fa<br />

più curioso e disponibile, più sensibile e aperto, più pronto al dialogo.<br />

In questo clima l'uomo può essere indotto ad approfondire le proprie<br />

convinzioni, come può indulgere ad un facile relativismo.<br />

La mobilità determina un certo sradicamento dall'ambiente origi­<br />

nario, un'accentuata solitudine, un isolamento nell'anonimato. Ne può<br />

derivare sia il rifiuto più o meno consapevole del nuovo contesto, sia<br />

la sua accettazione acritica in polemica con l'esperienza precedente,<br />

sia un atteggiamento passivo, fonte di alienazione culturale e sociale.<br />

7. La mobilità in quanto tale non può essere ritenuta nemica<br />

della fede; e la Chiesa si sforza prudentemente di valorizzarne quelle<br />

virtualità, che la rendono strumento di evangelizzazione.<br />

In determinate situazioni, tuttavia, la pratica religiosa è sovente<br />

compromessa. 15<br />

ma della nostra epoca )), 16<br />

La rottura dei legami tra fede e cultura, che è il (( dram­<br />

vi trova acuta accentuazione, venendo meno<br />

facilmente l'equilibrio tra i gesti della nuova vita ed i gesti cristiani<br />

di ieri. E più si fa rapido il passaggio da una società di tipo fami­<br />

liare, rurale, semplice, tradizionale a una società extrafamiliare, in­<br />

dustriale, complessa, dinamica, ricca, più si fanno dure le crisi, più<br />

diventa diffìcile proteggere l'unità della coscienza personale.<br />

Resta, in ogni caso, lo choc di un mondo nuovo, con il suo universo<br />

culturale ed il suo sistema di valori e di modelli. Da qui quel ripie­<br />

gamento di mentalità, in cui la ricerca religiosa non riesce sempre a<br />

trovare sbocco, come dimostrano le non infrequenti simpatie verso<br />

ideologie secolari e pseudo-religiose.<br />

In simili condizioni, la fede non può più essere soltanto un'eredità<br />

da conservare o da preservare; è una realtà da approfondire, svilup­<br />

pare, diffondere. Il cristiano è così obbligato a verificare personalmente<br />

la fede in un contesto, talvolta, di vera e propria diaspora.<br />

Ne deriva l'esigenza che la pastorale di questi strati dell'umanità<br />

debba adeguarsi alla loro situazione spirituale, per essere in grado<br />

di scoprirvi, immettervi e costruirvi la fede.<br />

15<br />

16<br />

Cfr. Istr. De pastorali migratorum cura n. 4.<br />

Esort. Ap. Evangelii nuntiandi n. 20.

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