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La Passione de Cristo_(it)

Gesù che lottava solo contro le potenze delle tenebre. Poco prima Gesù era stato saldo come un cedro possente contro l’uragano dell’opposizione. Volontà ostinate e cuori maligni e astuti avevano cercato inutilmente di metterlo in difficoltà e sopraffarlo: era rimasto incrollabile nella sua posizione di Figlio di Dio. Ma ora Gesù sembrava una canna sbattuta e piegata da una violenta tempesta, piegato sotto il peso del peccato e soggetto a torture soprannaturali ... Secoli prima della crocifissione, è scritto, “Poiché cani mi hanno circondato; una folla di malfattori m'ha attorniato; m'hanno forato le mani e i piedi. Posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano e mi osservano.” I nemici di Gesù sfogavano la loro collera mentre Egli era sulla croce. Sacerdoti, capi e scribi si univano alla folla per insultare il Salvatore morente. Questo libro testimonia l'amore prezioso, la vita senza fine e la passione ardente di Cristo...

Gesù che lottava solo contro le potenze delle tenebre. Poco prima Gesù era stato saldo come un cedro possente contro l’uragano dell’opposizione. Volontà ostinate e cuori maligni e astuti avevano cercato inutilmente di metterlo in difficoltà e sopraffarlo: era rimasto incrollabile nella sua posizione di Figlio di Dio. Ma ora Gesù sembrava una canna sbattuta e piegata da una violenta tempesta, piegato sotto il peso del peccato e soggetto a torture soprannaturali ... Secoli prima della crocifissione, è scritto, “Poiché cani mi hanno circondato; una folla di malfattori m'ha attorniato; m'hanno forato le mani e i piedi. Posso contare tutte le mie ossa. Essi mi guardano e mi osservano.” I nemici di Gesù sfogavano la loro collera mentre Egli era sulla croce. Sacerdoti, capi e scribi si univano alla folla per insultare il Salvatore morente. Questo libro testimonia l'amore prezioso, la vita senza fine e la passione ardente di Cristo...

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<strong>La</strong> <strong>Passione</strong> <strong>de</strong> <strong>Cristo</strong><br />

divina e diventare eredi <strong>de</strong>lla promessa soltanto perché appartenete al popolo d’Israele.<br />

<strong>La</strong> v<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale si ottiene solo grazie a me. {GN 517.4}<br />

“Io sono la vera v<strong>it</strong>e, e il Padre mio è il vignaiuolo”. Giovanni 15:1. Il Padre aveva<br />

piantato la sua buona v<strong>it</strong>e sulle colline <strong>de</strong>lla Palestina ed egli stesso ne era il vignaiolo.<br />

Molti erano stati attratti dalla bellezza di quella v<strong>it</strong>e e ne avevano riconosciuto il carattere<br />

divino. Ma i capi d’Israele la consi<strong>de</strong>rarono come una radice che esce da un arido suolo:<br />

la strapparono, la spezzarono e la calpestarono con i loro piedi profani. Pensarono così di<br />

averla distrutta per sempre. Ma il vignaiolo non perse di vista la sua pianta. Riprese la<br />

v<strong>it</strong>e che sembrava distrutta e la ripiantò dall’altra parte <strong>de</strong>l muro. Il ceppo rimaneva<br />

nascosto e protetto dai violenti assalti <strong>de</strong>gli uomini. Poi i tralci <strong>de</strong>lla v<strong>it</strong>e si arrampicarono<br />

sul muro, a testimonianza <strong>de</strong>lla sua presenza. Grazie a loro si poteva essere innestati sulla<br />

v<strong>it</strong>e. I tralci hanno portato frutto, e i passanti ne hanno beneficiato. {GN 517.5}<br />

Gesù disse ai discepoli: “Io son la v<strong>it</strong>e, voi siete i tralci”. Versetto 5. Sebbene fosse sul<br />

punto di lasciarli, i legami spir<strong>it</strong>uali che li univano a lui sarebbero rimasti intatti.<br />

L’unione <strong>de</strong>l tralcio con la v<strong>it</strong>e rappresenta la comunione <strong>de</strong>l cre<strong>de</strong>nte con <strong>Cristo</strong>. Il ramo<br />

è innestato nella pianta e cresce sulla pianta, fibra con fibra. <strong>La</strong> v<strong>it</strong>a <strong>de</strong>lla pianta diventa<br />

la v<strong>it</strong>a <strong>de</strong>l ramo. Così lo spir<strong>it</strong>o, morto nei suoi errori e nei suoi peccati, riceve una nuova<br />

v<strong>it</strong>a attraverso la comunione con <strong>Cristo</strong>, basata sulla fe<strong>de</strong> in lui come Salvatore personale.<br />

Il peccatore, unendo la propria <strong>de</strong>bolezza alla forza di <strong>Cristo</strong>, la propria insufficienza alla<br />

sua pienezza, la propria fragil<strong>it</strong>à alla sua eterna potenza acquisisce il suo spir<strong>it</strong>o.<br />

L’uman<strong>it</strong>à di <strong>Cristo</strong> si unisce alla nostra uman<strong>it</strong>à, e la nostra uman<strong>it</strong>à si unisce alla sua<br />

divin<strong>it</strong>à. In questo modo, attraverso l’opera <strong>de</strong>llo Spir<strong>it</strong>o Santo, l’uomo diventa partecipe<br />

<strong>de</strong>lla natura divina ed è accolto tram<strong>it</strong>e il Figlio di Dio. {GN 518.1}<br />

Non basta stabilire questa comunione con <strong>Cristo</strong>, bisogna anche preservarla. Gesù ha<br />

<strong>de</strong>tto: “Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dar frutto se<br />

non rimane nella v<strong>it</strong>e, così neppur voi, se non dimorate in me”. Versetto 4. {GN 518.2}<br />

Non si tratta di un’unione occasionale o di un collegamento lontano. Il ramo diventa<br />

parte vivente <strong>de</strong>lla v<strong>it</strong>e; dalla radice ai rami si trasmettono senza interruzione la v<strong>it</strong>a, la<br />

linfa e la capac<strong>it</strong>à di portare frutto. Il tralcio non può vivere diviso dalla v<strong>it</strong>e. Gesù ha<br />

<strong>de</strong>tto che nessuno può vivere separato da lui. <strong>La</strong> v<strong>it</strong>a ricevuta da lui può essere preservata<br />

soltanto mediante una comunione costante. Senza di lui non si può né vincere un solo<br />

peccato né resistere a una sola tentazione. {GN 518.3}<br />

“Dimorate in me, e io dimorerò in voi”. Dimorare in Gesù significa ricevere<br />

costantemente il suo Spir<strong>it</strong>o e consacrarsi al suo servizio. Vi <strong>de</strong>ve essere un costante<br />

rapporto di comunione fra l’uomo e il suo Dio. Come il tralcio riceve continuamente la<br />

linfa dal tronco, così noi dobbiamo attingere da Gesù la fe<strong>de</strong>, la forza e la perfezione <strong>de</strong>l<br />

nostro carattere. {GN 518.4}<br />

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