POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps
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− azioni articolate per consentire alla lavoratrice madre o al lavoratore padre, anche<br />
quando uno dei due sia lavoratore autonomo, ovvero quando abbiano in affidamento<br />
o in adozione un minore, di usufruire di particolari forme di flessibilità degli orari e<br />
dell'organizzazione del lavoro (tra cui part-time reversibile, tele-lavoro e lavoro a<br />
domicilio, orario flessibile in entrata o in uscita, banca delle ore, flessibilità sui<br />
turni, orario concentrato, con priorità per i genitori che abbiano bambini fino a otto<br />
anni di età o fino a dodici anni, in caso di affidamento o di adozione);<br />
− programmi di formazione per il reinserimento dei lavoratori dopo il periodo di<br />
congedo;<br />
− progetti che consentano la sostituzione del titolare di impresa o del lavoratore<br />
autonomo, che benefici del periodo di astensione obbligatoria o dei congedi<br />
parentali, con altro imprenditore o lavoratore autonomo.<br />
In particolare, le tipologie di azioni finanziate dal Fondo Sociale Europeo (<strong>FSE</strong>) si sono<br />
concentrate prevalentemente sull’Asse/Misura specificamente volti a promuovere le pari<br />
opportunità tra uomini e donne (Asse E per l’Ob.3 e Policy field E per l’Ob.1). Esse<br />
hanno per lo più riguardato la predisposizione e attivazione di servizi di cura rivolti<br />
all’infanzia e agli anziani finalizzati a favorire la conciliazione; azioni di<br />
accompagnamento per la rimodulazione dell’orario di lavoro e l’innovazione dei<br />
modelli organizzativi, nonché misure di sostegno/servizi per consentire l'accesso e la<br />
permanenza delle donne nel mercato del lavoro.<br />
Nello stesso tempo, l’analisi dell’attuazione ha messo in evidenza come siano ancora le<br />
azioni più tradizionali, quelle cioè di formazione professionale finalizzata<br />
all’inserimento lavorativo, a giocare il ruolo più rilevante tra gli interventi rivolti alla<br />
popolazione femminile.<br />
La Regione Emilia-Romagna ha perseguito la finalità di diffondere la normativa di<br />
conciliazione sancita dalla legge nazionale 53/<strong>2000</strong> che ha come obiettivo quello di<br />
creare un contesto legislativo e sociale che favorisca le aziende nel difficile intento di<br />
rendersi “organizzazioni amiche” in grado di raggiungere contemporaneamente il<br />
successo del prodotto e il benessere delle persone. La legge 53/<strong>2000</strong> mira a promuovere<br />
un equilibrio tra tempi di lavoro, di cura, di formazione e di relazione mediante<br />
“l’istituzione dei congedi dei genitori, l’istituzione dei congedi per la formazione<br />
continua”. Questo dato è in parte confermato dal fatto che il numero maggiore di<br />
imprenditrici è concentrato nella fascia d’età compresa fra i 30 e i 49 anni (il 52%) ossia<br />
quando, avendo già accumulato esperienza e competenze, si decide di avviare<br />
un’attività autonoma per mettere a valore i propri talenti. (Rapporto sull’economia e il<br />
lavoro, <strong>2006</strong>).<br />
L’art.9 della legge 53/<strong>2000</strong> prevede l’erogazione di contributi in favore di aziende che<br />
attuino progetti riferibili a tre tipologie d’azione, tutte accomunate dalla medesima<br />
preoccupazione di facilitare la conciliazione tra gli impegni e le esigenze di lavoro e<br />
quelli connessi alla cura dei familiari: a) progetti articolati per consentire alla lavoratrice<br />
madre o al lavoratore padre, anche quando uno dei due sia lavoratore autonomo, ovvero<br />
quando abbiano in affidamento o in adozione un minore, di usufruire di particolari<br />
forme di flessibilità degli orari e dell'organizzazione del lavoro, tra cui part time<br />
reversibile, telelavoro e lavoro a domicilio, orario flessibile in entrata o in uscita, banca<br />
delle ore, flessibilità sui turni, orario concentrato, con priorità per i genitori che abbiano<br />
bambini fino ad otto anni di età o fino a dodici anni, in caso di affidamento o di<br />
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