POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps
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⇒ difficoltà d’inserimento dei gruppi svantaggiati determinate dalla specificità della<br />
loro condizione;<br />
⇒ permanenza di significative disparità di genere, nonostante l’evoluzione positiva<br />
degli ultimi anni;<br />
⇒ basso livello di scolarità della popolazione.<br />
I nuovi orientamenti strategici comunitari per il periodo 2007-2013 partendo dai risultati<br />
conseguiti nel settennio precedente puntano a consolidare i processi chiave già avviati<br />
per lo sviluppo e la crescita attraverso tre linee d’azione:<br />
1. rendere le regioni e l’Europa più attraenti per gli investimenti e l’attività delle<br />
imprese;<br />
2. promuovere la conoscenza e l’innovazione a favore della crescita;<br />
3. creare nuovi e migliori posti di lavoro.<br />
Gli orientamenti della Commissione e la politica di coesione mirano a contribuire<br />
concretamente alla realizzazione della Strategia di Lisbona, rinnovata e rilanciata nel<br />
febbraio 2005, tant’è che le linee guida sopra riportate tendono a rafforzarla e a<br />
potenziarla. Non vengono trascurati neanche alcuni principi che la nuova politica di<br />
coesione presuppone per il conseguimento degli obiettivi della nuova programmazione:<br />
⇒ l’investimento nella conoscenza, l’innovazione, la ricerca e il capitale umano che<br />
viene rimarcato ancora;<br />
⇒ l’attenzione allo sviluppo sostenibile (comprendendo e attivando sinergie tra la<br />
dimensione economica, sociale e ambientale);<br />
⇒ la parità tra uomini e donne;<br />
⇒ la lotta a ogni forma di discriminazione.<br />
1.2.1 Lo scenario europeo<br />
La lotta alla disoccupazione giovanile e alla disoccupazione di lunga durata è stata al<br />
centro del dibattito politiche europeo sin dal 1997, anno di nascita della strategia<br />
europea per l’occupazione che ha promosso direttamente, e incoraggiato, il passaggio<br />
dalle politiche passive alle politiche attive del lavoro. Si è sottolineata altresì la<br />
necessità di:<br />
⇒ promuovere un approccio improntato sulla compartecipazione e l’integrazione dei<br />
soggetti;<br />
⇒ agevolare il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro;<br />
⇒ sviluppare l’imprenditorialità;<br />
⇒ incoraggiare l’adattabilità delle imprese e dei loro lavoratori;<br />
⇒ rafforzare le politiche in materia di pari opportunità.<br />
Questa linea è stata riaffermata ed approfondita anche al Consiglio europeo di Lisbona<br />
del marzo <strong>2000</strong>, nel quale i Capi di Stato o di Governo, constatando che l'Unione<br />
europea si trovava dinanzi a una svolta epocale risultante dalla globalizzazione e dalle<br />
sfide presentate da una nuova economia basata sulla conoscenza, hanno stabilito un<br />
obiettivo strategico forte: per il 2010 l'UE deve diventare l'economia basata sulla<br />
conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita<br />
economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione<br />
sociale. Il Consiglio europeo ha sottolineato che tali cambiamenti richiedevano non solo<br />
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