POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps
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CRAS Integrazione dei sistemi e Politiche di genere – Regione Emilia-Romagna<br />
agricoltura e abbigliamento, persistenza di irregolarità dal lato fiscale, contributivo,<br />
della sicurezza del lavoro, della condizione di vita individuale e familiare) e<br />
conciliazione. In questo ultimo caso di rileva l’assenza di un approccio integrato al<br />
problema che investe tre ambiti:<br />
a. organizzazione del lavoro (modelli di gestione della maternità, assenza di un<br />
approccio di genere nelle politiche delle risorse umane, ancora scarsa diffusione<br />
dei congedi tra gli uomini);<br />
b. cultura (presenza di una cultura aziendale orientata a logiche temporali di tipo<br />
quantitativo; scarsa diffusione e operatività dei comitati/commissioni pari<br />
opportunità; frammentarietà degli interventi di azione positiva; investimento<br />
ridotto sul tema della condivisione delle responsabilità di cura tra uomo e donna);<br />
c. servizi (insufficienza di servizi aziendali/territoriali integrati di supporto alla<br />
conciliazione che siano anche competitivi; insufficiente raccordo tra<br />
organizzazione dei servizi, mobilità e tempi delle città; assenza di politiche di<br />
sostenibilità degli interventi).<br />
Per quanto riguarda le novità legislative italiane si ricorda la Finanziaria 2007 approvata<br />
alla fine dello scorso anno, la quale ha introdotto alcuni interventi finalizzati a<br />
migliorare la conciliazione tra vita lavorativa e familiare. In particolare, è stato previsto<br />
un piano straordinario per i servizi socio-educativi nella prima infanzia, con una<br />
dotazione di 100 milioni di euro all’anno per il triennio 2007 – 2009, al fine di sostenere<br />
lo sviluppo di un sistema integrato di asili nido e di nuovi servizi territoriali (anche sui<br />
luoghi di lavoro) e raggiungere l’obiettivo europeo della copertura pari al 33% entro il<br />
2010.<br />
Inoltre, è stato previsto il ri-finanziamento e sono state apportate delle modifiche all’art.<br />
9 della legge 53/<strong>2000</strong> che promuove ed incentiva azioni volte a conciliare tempi di vita<br />
e tempi di lavoro. In particolare le modifiche riguardano l’allargamento dei soggetti che<br />
possono presentare progetti anche alle aziende pubbliche e a Enti locali che applichino<br />
accordi contrattuali che prevedono azioni positive per consentire ai genitori lavoratori di<br />
usufruire di particolari forme di flessibilità degli orari e di organizzazione del lavoro<br />
(come il part-time, il telelavoro, flessibilità sui turni, il lavoro a domicilio).<br />
Infine, è stata estesa l’età dei bambini che danno ai genitori la priorità di usufruire dei<br />
benefici, da 8 a 12 anni (e da 12 a 15 in caso di adozione). È stata, inoltre, inserita una<br />
priorità per figli disabili a carico.<br />
5.4 Analisi del contesto regionale<br />
La valutazione dell’avanzamento verso un modello di vita più conciliativa può essere<br />
realizzata prendendo in considerazione gli indicatori descritti nell’Allegato 1 della<br />
Roadmap per le pari opportunità.<br />
In particolare gli indicatori vengono suddivisi in due gruppi:<br />
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