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POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps

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CRAS Integrazione dei sistemi e Politiche di genere – Regione Emilia-Romagna<br />

5.8 Conclusioni<br />

La promozione dell’uguaglianza tra uomini e donne e del principio del mainstreaming<br />

di genere ha rappresentato e rappresenta per la Regione Emilia-Romagna un importante<br />

traguardo da realizzare attraverso un percorso al quale sono chiamati a partecipare tutti<br />

gli attori socio-economici del territorio. Lo sforzo dell’amministrazione regionale in<br />

questi ultimi anni di programmazione è stato quello di integrare l’ottica di genere in tutti<br />

gli ambiti di intervento politico, attraverso la sinergia di più fonti di finanziamento<br />

(europei, nazionali, regionali e privati) e l’inizio di un percorso finalizzato alla<br />

realizzazione di una programmazione per le politiche di genere basata sui principi del<br />

coordinamento, dell’integrazione e dell’approccio partecipativo. In particolare,<br />

l’attenzione alle politiche di conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare ha avuto<br />

una progressione crescente nel tempo, in quanto gli amministratori hanno preso<br />

coscienza della rilevanza della tematica in questione per promuovere la partecipazione<br />

delle donne al mercato del lavoro.<br />

La Regione Emilia-Romagna ha, infatti, individuato soprattutto nel canale finanziario<br />

del <strong>FSE</strong> Ob.3 uno strumento di promozione delle politiche di genere, dunque il <strong>FSE</strong> ha<br />

avuto un ruolo fondamentale nell’ambito di tale strategia e nell’attivazione e<br />

sperimentazione di interventi a favore della conciliazione.<br />

L’analisi valutativa realizzata ha avuto come obiettivo l’individuazione di tutti gli<br />

interventi promossi a favore della conciliazione vita-lavoro per tutto l’intero periodo di<br />

programmazione <strong>2000</strong>-<strong>2006</strong>, tenendo conto di differenti aree tematiche che vanno ad<br />

incidere su vari aspetti delle politiche di conciliazione in un’ottica di integrazione dei<br />

sistemi.<br />

In particolare si sono individuate le seguenti aree di intervento che si caratterizzano per<br />

la diversità di titolarità dei Soggetti e per la territorialità:<br />

• Politiche sociali: servizi per bambini, servizi socio-assistenziali per anziani e<br />

disabili, interventi di formazione finalizzati alla diffusione di competenze socioassistenziali<br />

e sanitarie, forme di detraibilità delle spese, trasferimenti monetari.<br />

• Politiche dei trasposti, dei tempi delle città e dell’urbanistica: la gestione dei<br />

tempi delle città, gli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali, il<br />

mantenimento di un elevato livello di sicurezza delle città, la gestione dei tempi<br />

e dei percorsi dei trasporti pubblici, la gestione dell’architettura urbana dei<br />

servizi.<br />

• Politiche di conciliazione e flessibilità nelle organizzazioni aziendali: interventi<br />

finalizzati a modificare i tempi e modi di lavoro al fine di realizzare una migliore<br />

conciliazione dei tempi (telelavoro, orario flessibile, accordi sindacali, figure di<br />

sostituzione per le imprenditrici, attivazioni di servizi specifici per la<br />

conciliazione nelle aziende, nidi aziendali).<br />

• Politiche formative: modalità di erogazione della formazione che agevolano la<br />

partecipazione di persone con particolari necessità conciliative (formazione e-<br />

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