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POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps

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CRAS Integrazione dei sistemi e Politiche di genere – Regione Emilia-Romagna<br />

conciliativa. Infine, i dati sulla nazionalità dei destinatari evidenziano una quota italiana<br />

pari al 77,2% del totale. Si rileva, quindi, una forte presenza di stranieri/e (di cui l’11%<br />

dei partecipanti proviene dai Paesi europei non UE) probabilmente interessati/e ad<br />

ottenere professionalità nell’ambito dei servizi agli anziani.<br />

A conclusione, dunque, di un periodo di vivace e fervente programmazione a respiro<br />

europeo, nazionale, regionale e provinciale a sostegno delle politiche di conciliazione,<br />

in cui il <strong>FSE</strong> ha assunto un ruolo di guida ed è stato un contenitore di azioni positive, di<br />

idee innovative e di sperimentazioni, sia nello strumento del <strong>POR</strong> <strong>2000</strong>-<strong>2006</strong> sia in<br />

quello dell’Iniziativa comunitaria Equal, emergono alcune riflessioni e interrogativi sui<br />

quali porre l’attenzione futura.<br />

Nonostante l’attuazione di politiche conciliative, i dati sul tasso di occupazione<br />

femminile e maschile con e senza figli rilevano una cultura familiare in cui le<br />

responsabilità sono fortemente legate a schemi tradizionali che determinato un<br />

ripartizione delle responsabilità così individuata: le donne hanno la responsabilità del<br />

manage familiare: cura della casa e lavori domestici, gestione del budget familiare,<br />

responsabilità della cura dei figli (educazione) e delle persone anziane e/o disabili<br />

(assistenza); gli uomini hanno la responsabilità economica della famiglia. La persistenza<br />

di questa forma mentis ostacola e rallenta i potenziali risultati di politiche per la<br />

conciliazione che introducono strumenti legislativi e finanziari finalizzati ad<br />

armonizzare la condivisione delle responsabilità familiari tra uomini e donne.<br />

Altra riflessione interessante fa riferimento al concetto di costo/opportunità della scelta<br />

di lavorare oppure no da parte delle donna nel caso di presenza di figli e/o di persone<br />

anziane. La presenza di servizi per l’infanzia, quali nidi per l’infanzia e/o personale<br />

specializzato per la cura del bambino o dell’anziano non è sufficiente a garantire<br />

l’utilizzo della struttura o dell’operatore da parte della donna. Infatti, la decisione della<br />

donna dipende da vari fattori: il costo del servizio, la flessibilità del servizio in termini<br />

di orario e dislocazione geografica, la qualità del servizio e la remunerazione del lavoro<br />

femminile. Molto spesso la valutazione di questi fattori ha un effetto di scoraggiamento<br />

e conduce la donna a scegliere di non lavorare, in considerazione del fatto che esiste una<br />

discriminazione nei salari tra uomini e donne penalizzante per le donne, discriminazione<br />

che incide sulla percezione del valore del lavoro femminile in termini negativi e poco<br />

produttivi, rispetto invece ad una remuneratività del lavoro maschile maggiore. La<br />

diffusione di una cultura della condivisione all’interno della famiglia e le politiche per<br />

ridurre il gender pay gap, pertanto, risultano ancora necessarie.<br />

Queste osservazioni portano alla conclusione che occorre ancora sostenere fortemente le<br />

politiche di conciliazione, evitando che il dibattito assuma minore importanza e toni più<br />

pacati, in quanto gli obiettivi di conciliazione non sono stati ancora pienamente<br />

raggiunti. Occorre, in particolare, alimentare il dibattito soprattutto nell’ambito del<br />

settore privato e quindi delle aziende, in quanto esse rappresentano il principale<br />

soggetto interessato a praticare politiche conciliative all’interno della propria<br />

organizzazione quali strumento per il perseguimento di obiettivi di efficacia,<br />

innovazione, valore aggiunto e competitività. La formazione per le politiche di genere<br />

nelle organizzazione aziendali rivolta ai dirigenti e ai quadri, rappresenta, dunque un<br />

ulteriore strumento da incentivare.<br />

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