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POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps

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CRAS Integrazione dei sistemi e Politiche di genere – Regione Emilia-Romagna<br />

Le riforme in atto nei sistemi formativi vanno nel senso della costruzione di un sistema<br />

formativo integrato fra istruzione, università e formazione, che sia in grado di dialogare<br />

con il mondo del lavoro. Nel decreto 112/98 viene evidenziato il ruolo strategico del<br />

livello regionale, come nodo centrale della programmazione dell’offerta, sia scolastica<br />

che di formazione professionale, rendendo possibile la predisposizione di piani operativi<br />

a livello territoriale, con una maggiore attenzione alla flessibilità dell’offerta e alla sua<br />

correlazione con il contesto economico e professionale locale.<br />

L’integrazione tra i sistemi formativi obbliga tutti i suoi protagonisti a rivedere<br />

continuamente i confini di ciò che si riconosce come modello funzionale proprio,<br />

rispetto ad un sistema di relazioni in continua evoluzione, e comporta una costante<br />

manutenzione e verifica del proprio operare. L’integrazione non è solo un obiettivo<br />

strategico, ma rappresenta lo strumento che consente di mutare profondamente il<br />

sistema nella logica della rete: con nodi autonomi, ma collegati tra loro (gli istituti<br />

scolastici, le università, le agenzie formative, le aziende, ecc.), comunicanti e<br />

interdipendenti in una sequenza processuale complessa (con apporti differenziati<br />

rispetto alle diverse fasi del percorso formativo dell’individuo), con punti di<br />

connessione interfunzionali (le strutture territoriali dei servizi di orientamento e per<br />

l’impiego, ad esempio).<br />

Per raggiungere questo obiettivo è necessario preliminarmente:<br />

⇒ riorganizzare i livelli di governo del sistema per funzioni e non per competenze,<br />

creando dove necessario organismi e figure di sistema, con precise<br />

responsabilità e compiti, formalmente riconosciuti;<br />

⇒ ridefinire il quadro finanziario, finora caratterizzato da disomogeneità sul<br />

territorio nazionale, e prevedere un impegno certo e programmato da parte di<br />

tutti i soggetti competenti; l’integrazione deve diventare un obiettivo<br />

“strutturale” e quindi trovare uno spazio significativo nella prossima stagione<br />

dei fondi comunitari, oltre che nazionali;<br />

⇒ adottare una strategia per obiettivi che consenta di superare la dimensione<br />

sperimentale, prevedendo anche meccanismi di incentivazione in relazione al<br />

rispetto degli standard definiti;<br />

⇒ mettere a punto sistemi condivisi di certificazione, riconoscimento dei crediti,<br />

valutazione;<br />

⇒ garantire omogeneità e qualità degli interventi, senza ostacolare una<br />

progettazione fondata sull’analisi dei fabbisogni territoriali ed individuali.<br />

Come stabilito dal QCS Obiettivo 3 <strong>2000</strong>-<strong>2006</strong>, la strategia di intervento del <strong>FSE</strong> si è<br />

articolata nel contesto regionale secondo alcuni obiettivi globali tra i quali rientrava lo<br />

sviluppo di un’offerta di istruzione, formazione professionale e orientamento che<br />

consenta lo sviluppo di percorsi di apprendimento per tutto l’arco della vita favorendo<br />

anche l'adeguamento e l’integrazione tra i sistemi della formazione, istruzione e lavoro.<br />

Le aree di intervento previste dal PO <strong>FSE</strong> <strong>2000</strong>-<strong>2006</strong> Ob3 Emilia Romagna hanno<br />

cercato di rispondere all’obiettivo di facilitare l’integrazione dei sistemi attraverso<br />

diverse azioni mirate.<br />

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