POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps
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CRAS Integrazione dei sistemi e Politiche di genere – Regione Emilia-Romagna<br />
⇒ la frequente assenza di un domicilio certificato per usufruire degli arresti<br />
domiciliari;<br />
⇒ correlato al precedente, il 60% degli immigrati è in attesa di giudizio;<br />
⇒ la tipologia di reati ascritti mostra una prevalenza di reati contro il patrimonio<br />
rispetto ai reati contro la persona.<br />
Se non si può parlare di reati meno gravi rispetto a quelli commessi da cittadini italiani,<br />
senz’altro occorre segnalare il legame forte che sussiste tra fenomeni di esclusione<br />
sociale e reati commessi o difficoltà oggettive di scontare o attendere le pene in<br />
condizioni migliori (arresti domiciliari).<br />
Livello di integrazione<br />
L’integrazione della popolazione straniera sul territorio di permanenza può essere<br />
misurata prendendo in riferimento il V Rapporto Annuale del CNEL pubblicato nel<br />
marzo del 2007. L’indice di integrazione viene qui calcolato sulla base di tre indici:<br />
indice di polarizzazione 26 , indice di stabilità sociale 27 , indice di inserimento lavorativo 28<br />
che insieme compongono un indice sintetico di integrazione. Ebbene, prendendo in<br />
esame i risultati dell’ultimo rapporto, l’Emilia Romagna figura al 4° posto tra le regioni<br />
a massima integrazione, dopo Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia. Si tratta di un<br />
risultato ottimo che tuttavia risulta meno positivo di quello riscontrato nel <strong>2006</strong>, nel<br />
quale la regione figurava al 3° posto, preceduta da Veneto e Marche, probabilmente a<br />
causa di un indice di inserimento lavorativo e, soprattutto, di stabilità sociale, più bassi<br />
di quelli rilevati nel <strong>2006</strong>.<br />
Da una prima analisi dei risultati del rapporto, emergono alcune considerazioni che è<br />
utile riportare:<br />
(1) Persiste una significativa differenziazione provinciale in tutti e tre gli indici in<br />
esame, determinata, soprattutto, dalla diversa dinamicità del mercato del lavoro<br />
a livello locale;<br />
(2) In linea generale si può dire che, al Nord, mentre il più grande potere di<br />
attrazione e trattenimento della popolazione immigrata (polarizzazione) continua<br />
ad essere esercitato dalle regioni più estese del versante centro-orientale<br />
(Lombardia, al 1° posto come l’anno precedente, seguita a notevole distanza da<br />
Emilia Romagna e Veneto, entrambe al 2°), i migliori segnali di inserimento<br />
sociale e lavorativo si registrano, invece, in contesti territorialmente più<br />
circoscritti. In particolare, e in modo decisamente significativo, in quelle regioni<br />
a statuto speciale che godono di autonomia amministrativa: Il Trentino Alto<br />
Adige (1°) e il Friuli Venezia Giulia (2°) per l’inserimento occupazionale; di<br />
nuovo il Trentino Alto Adige (2°), la Valle d’Aosta (3°) e, seppur leggermente<br />
distaccato, ancora il Friuli Venezia Giulia (5°) per l’inserimento sociale.<br />
26 L’indice di polarizzazione prende in considerazione 7 indicatori (presenza, incidenza, incremento,<br />
permanenza, soggiorno stabile, densità e ricettività migratoria interna).<br />
27 L’’incide di stabilità sociale considera altri 7 indicatori (inserimento femminile nel lavoro, soggiorno<br />
permanente, devianza, ricongiungimento familiare, ospedalizzazione, acquisizione di cittadinanza,<br />
natalità).<br />
28 L’indice di inserimento lavorativo misura gli ultimi 7 indicatori (disoccupazione, fabbisogno di<br />
manodopera straniera, potere di assorbimento nel mercato del lavoro, vitalità del mercato del lavoro, tasso<br />
di impiego dipendente della forza di lavoro, retribuzione media pro capite, imprenditorialità).<br />
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