POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps
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non solo non raggiunge la media europea, in quanto la performance regionale è molto al<br />
di sotto di quella di altre regioni, soprattutto dell’area tedesca, ma è più basso di quello<br />
relativo a varie regioni italiane, e non solo del Lazio (in cui si concentra gran parte della<br />
ricerca pubblica nazionale e che supera di molto la media europea). Per quanto concerne<br />
inoltre la spesa privata in R&S, si nota come la Regione sia caratterizzata da una<br />
performance negativa rispetto alla media europea, ma comunque positiva se rapportata<br />
alla maggior parte delle regioni italiane: solo nel Nord-Ovest, grazie alla presenza delle<br />
grandi industrie, si registrano dei dati superiori alla media italiana e, nel caso del<br />
Piemonte, anche europea.<br />
In generale, però, il dato sulla performance regionale rispetto a quella europea, anche se<br />
in linea con l’andamento generale del paese, nel quale si registra un forte ritardo nel<br />
livello degli investimenti in R&S realizzati dalle imprese industriali private, mette in<br />
luce la difficoltà di trasferire la conoscenza, generata dal sistema accademico, al sistema<br />
delle imprese.<br />
Nonostante tutto, comunque, la performance regionale relativa all’innovazione e alla<br />
ricerca può essere considerata positiva, data la presenza di dati estremamente positivi<br />
sia riguardo al numero di brevetti depositati, sia nel campo delle risorse umane,<br />
dell’istruzione e della formazione continua.<br />
Il settore della ricerca in Emilia-Romagna, infatti, si fonda su un’ampia gamma di<br />
competenze e risorse tecnico-scientifiche riconosciute sia a livello nazionale sia<br />
internazionale. In regione sono presenti, innanzi tutto, sei Università: Bologna, Ferrara,<br />
Modena-Reggio Emilia, Parma, la sede di Piacenza del Politecnico di Milano e<br />
l’Università Cattolica privata del Sacro Cuore a Piacenza. Le Università occupano circa<br />
6.400 tra professori e ricercatori, di cui il 76% conducono ricerca nelle aree tecnicoscientifiche.<br />
Nella regione sono presenti inoltre alcuni degli istituti nazionali di ricerca<br />
più importanti, quali il CNR - Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’ENEA - Ente<br />
Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente, l’INFM - Istituto<br />
Nazionale per la Fisica della Materia, l’INAF - Istituto Nazionale di Astrofisica e INFN<br />
- Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. In regione inoltre operano organizzazioni ad alto<br />
contenuto tecnologico quali il CINECA - Consorzio Interuniversitario per la<br />
Computazione Automatica, il CNIT - Consorzio Nazionale Interuniversitario per le<br />
Telecomunicazioni e lo IOR - Istituti Ortopedici Rizzoli, una struttura pubblica<br />
specializzata nella ricerca relativa alle tecnologie per l’ortopedia medica che rappresenta<br />
uno dei più importanti centri nazionali in questo campo.<br />
Per promuovere lo sviluppo di servizi e progetti comuni di interesse regionale atti a<br />
promuovere la ricerca industriale, il trasferimento tecnologico e l'innovazione del<br />
tessuto produttivo dell'Emilia-Romagna è stato inoltre costituito ASTER, il consorzio<br />
tra la Regione, Università, Enti di Ricerca e Imprese. Aster promuove iniziative comuni<br />
di particolare rilevanza e di interesse generale da realizzarsi attraverso il Protocollo<br />
d'Intenti sottoscritto nel 2001 tra la Regione Emilia-Romagna, le Università e gli Enti di<br />
Ricerca insediati nel territorio regionale, per lo sviluppo della nuova Rete regionale<br />
della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico.<br />
Sulla base di tali elementi e delle considerazioni relative alla spesa in R&S della<br />
Regione, appare evidente dunque la necessità di agire per un trasferimento, non sempre<br />
facile, delle conoscenze elaborate dal sistema della ricerca, in particolare pubblica, alle<br />
imprese.<br />
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