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POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps

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Nonostante tale tendenza sostanzialmente positiva, l’imprenditoria femminile regionale<br />

presenta ancora delle criticità:<br />

- il tasso di femminilizzazione delle imprese è ancora basso, come nel resto del<br />

Paese (il 23,5% con un picco al sud del 26,5%), e l’incidenza media delle donne<br />

sulla popolazione imprenditoriale regionale inferiore alla media nazionale;<br />

- la galassia delle imprese femminili non si discosta dalle caratteristiche generali<br />

delle imprese dentro uno sviluppo “diffuso” (micro e piccole, in prevalenza);<br />

- una presenza maggiore di imprese femminile nel settore terziario (soprattutto<br />

nei servizi sociali e personali) e, conseguentemente, il rischio che il dato si<br />

consolidi in termini di segregazione settoriale;<br />

- sono più numerose le imprese individuali e le società di persone in coerenza<br />

con una tipologia d’impresa che rivela, insieme a maggiore determinazione e<br />

impegno, elementi di fragilità;<br />

- il sottodimensionamento delle imprese, cui corrisponde una scarsa<br />

partecipazione delle donne alle società di persone e di capitali;<br />

- persistenti difficoltà nella conciliazione tra vita privata e professionale da parte<br />

delle imprenditrici e delle aspiranti imprenditrici;<br />

- la rete familiare è fondamentale per le donne che fanno impresa non solo come<br />

supporto e aiuto concreto ma anche come fattore di successo, specie per quanto<br />

attiene ai rapporti “paritari” con il partner;<br />

- la pesantezza della burocrazia è percepita come una difficoltà dalle<br />

imprenditrici in misura molto più spiccata rispetto ai loro colleghi;<br />

- anche l’accesso al credito è più problematico specialmente per quanto attiene<br />

alle garanzie patrimoniali richieste.<br />

Senza dubbio le politiche per l’imprenditorialità attuate nel periodo <strong>2000</strong>-<strong>2006</strong> hanno<br />

contribuito a far progredire la Regione verso gli obiettivi quali-quantitativi definiti dalle<br />

Guidelines della SEO. In tal senso appaiono di particolare rilievo le azioni per<br />

l’integrazione sistematica del principio delle pari opportunità nelle politiche di sviluppo<br />

economico, oltre che per la sensibilizzazione delle strutture territoriali in relazione alla<br />

necessità di riformare i sistemi d’informazione secondo un’ottica di genere.<br />

Da un punto di vista meramente economico, va rilevato come, nel periodo considerato,<br />

sono state messe a disposizione delle imprese femminili e delle aspiranti imprenditrici<br />

risorse finanziarie considerevoli, sia per l’avvio d’attività sia per l’ammodernamento<br />

delle imprese esistenti, in particolare, attraverso la Legge 215/92, le leggi di settore<br />

(artigianato e commercio), la quota di finanziamenti concessi alle imprese femminili<br />

sulla base del PSR, gli interventi finanziati in seno al Fse Ob.3 sulle singole misure. Va<br />

comunque, registrato come i canali di finanziamento non specificamente differenziati<br />

abbiano generalmente destinato quote minime, in alcune situazioni residuali, alle<br />

imprese femminili.<br />

Nell’ambito della formazione finalizzata allo sviluppo dell’imprenditorialità l’impegno<br />

finanziario risulta notevole, per quanto sia difficilmente praticabile una valutazione<br />

degli esiti imprenditoriali. Le attività formative orientate alla creazione d’impresa<br />

femminile nei settori tecnologici costituiscono senza dubbio una buona pratica per<br />

nuovi interventi di desegrazione settoriale. Tutto ciò sollecita politiche e interventi che<br />

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