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POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps

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CRAS Integrazione dei sistemi e Politiche di genere – Regione Emilia-Romagna<br />

italiana e di costruzione di dinamiche relazionali tra pari che trascendono la provenienza<br />

d’origine), e che vive situazioni di esclusione sociale rispetto all’effettivo accesso al<br />

sistema dei servizi ed alle opportunità di inserimento sociale e lavorativo in un dato<br />

territorio.<br />

Rientrano quindi nella rete dei servizi attenti anche ai bisogni delle famiglie immigrate i<br />

consultori familiari e i centri per le famiglie. La rete dei consultori a tutt’oggi conta di<br />

220 sedi, uniformemente distribuite in ambito distrettuale e privilegia percorsi<br />

qualificanti effettuati in via sperimentale in alcune Aziende Usl e in via di diffusione in<br />

tutta la regione relativamente:<br />

- l’integrazione dei servizi sanitari e sociali rivolti agli adolescenti;<br />

- il percorso nascita, con particolare attenzione all’integrazione sociosanitaria<br />

nelle gravidanze multiproblematiche, ma anche all’appropriatezza degli<br />

interventi diagnostico-terapeutici soprattutto nelle gravidanze e nei parti<br />

fisiologici;<br />

- la prevenzione dell’abbandono e della depressione post partum;<br />

- progetti di integrazione ospedale-territorio nel sostegno all’allattamento al seno;<br />

- un programma di assistenza alla coppia sterile;<br />

- la qualificazione dell’assistenza alla popolazione immigrata che, partendo<br />

dall’esperienza degli Spazi donne immigrate e dei loro bambini, ha portato alla<br />

diffusione della formazione all’assistenza multiculturale dei professionisti dei<br />

Consultori e anche degli altri servizi territoriali ed ospedalieri.<br />

Per promuovere una maggiore conciliazione tra la scelta procreativa, i tempi di lavoro e<br />

i tempi di cura nei confronti dei figli – e quindi per fornire un concreto aiuto alla<br />

genitorialità – la Regione ha promosso la realizzazione dei Centri per le Famiglie, intesi<br />

come vere e proprie agenzie comunali al fine di supportare le esigenze delle famiglie<br />

con figli e delle giovani coppie.<br />

Risulta fondamentale l’avvio e il consolidamento della figura di sistema, prevista dalla<br />

delibera del Consiglio regionale 615/04, operante in ogni zona per realizzare<br />

un’integrazione tra tutta la progettazione esistente rivolta all’infanzia e all’adolescenza<br />

nei diversi ambiti (sociale, educativo, scolastico, sanitario). La delibera promuove<br />

questa nuova figura professionale, denominata “figura di sistema” che ha il compito di<br />

sostenere a livello distrettuale il coordinamento e l’integrazione delle azioni e degli<br />

interventi che a carattere e con ambiti diversi, in particolare: scolastico, sociale,<br />

sanitario, interessano il benessere e la promozione dell’infanzia e dell’adolescenza.<br />

Per quanto riguarda la scuola, i principi di uguaglianza di accesso al sapere, di<br />

integrazione ed inclusione sociale promossi dalla legge regionale n.12/2003 pongono i<br />

cittadini stranieri in una condizione di parità, rispetto ai cittadini italiani, nella<br />

partecipazione alle attività di istruzione e formazione. Le attività sono garantite ai<br />

cittadini stranieri adulti residenti in Italia o aventi regolare permesso di soggiorno,<br />

nonché ai rifugiati politici e richiedenti asilo. Nel caso dei minori stranieri, il diritto<br />

all’istruzione e alla formazione viene ovviamente garantito indipendentemente dalla<br />

regolarità della posizione in ordine al loro soggiorno. Gli interventi realizzati<br />

nell’ambito del diritto allo studio (L.R: n. 26/2001) durante il triennio 2001/2004 hanno<br />

contribuito sostanzialmente a mantenere alto il tasso di scolarità degli studenti stranieri<br />

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