POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps
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CRAS Integrazione dei sistemi e Politiche di genere – Regione Emilia-Romagna<br />
Come mostra la tabella riportata sopra, lo sviluppo del capitale umano avviene<br />
attraverso un’azione coerente e coordinata nei settori dell’istruzione, della formazione e<br />
del lavoro su vari livelli, volta in particolare alla qualificazione del sistema della<br />
formazione e dell’istruzione professionale e alla diffusione della cultura tecnicoscientifica,<br />
per facilitare i trasferimenti degli esiti della ricerca all’impresa che<br />
aumentano la competitività del sistema. L’integrazione delle politiche di istruzione,<br />
formazione e lavoro con quelle relative a sviluppo economico, innovazione,<br />
imprenditorialità, ambiente e agricoltura rappresenta, inoltre, la strategia portante anche<br />
per quanto concerne lo sviluppo della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico,<br />
in quanto solo l’avvio di azioni di sistema di dimensione europea, nazionale e regionale<br />
possono promuovere e facilitare la costituzione di una nuova domanda e di una nuova<br />
offerta di ricerca, sviluppando contemporaneamente pratiche nuove ed efficaci di<br />
trasferimento tecnologico. In entrambe le aree, inoltre, l’integrazione delle politiche di<br />
riferimento con quelle relative alla conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, favorisce<br />
una maggiore partecipazione e presenza della componente femminile.<br />
Al fine di gestire in modo integrato i vari strumenti programmatici e normativi<br />
disponibili a livello europeo, nazionale e regionale e per utilizzare al meglio le risorse<br />
messe a disposizione dall’Europa e da altri soggetti pubblici e privati, la Regione<br />
Emilia-Romagna ha definito una programmazione integrata riguardante le politiche del<br />
lavoro, della formazione e dell’istruzione, individuando obiettivi, strategie e priorità<br />
d’intervento sia territoriali che settoriali e ha messo in atto una serie di azioni volte nello<br />
specifico a favorire l’integrazione dei sistemi.<br />
L’attenzione che la Regione sta mostrando verso l’istituzione dei “poli tecnici”, previsti<br />
dalla Legge n. 40 del 2007, si presenta in questo contesto molto interessante. I poli<br />
tecnici, infatti, consorzi da realizzarsi tra gli istituti tecnici e professionali, le strutture<br />
della formazione professionale e gli istituti tecnici superiori, sono costituiti sulla base<br />
della programmazione dell'offerta formativa delle regioni, con il fine di promuovere in<br />
modo stabile e organico la diffusione della cultura scientifica e tecnica e di sostenere le<br />
misure per la crescita sociale, economica e produttiva del Paese. La loro natura facilita<br />
la domanda e l’offerta di lavoro nei settori scientifico-tecnologici e rafforza le relazioni<br />
tra la formazione tecnico-scientifica, la ricerca avanzata e le imprese innovative,<br />
rendendo più agili ed efficienti le applicazioni degli esiti della ricerca all’interno dei<br />
settori produttivi. I poli, inoltre, favorendo la relazione tra gli enti e le istituzioni di<br />
ricerca regionali (formazione tecnico- superiore e universitaria) e le imprese,<br />
permettono la definizione di un’offerta di alta formazione e di specializzazione della<br />
competenze flessibile e richiesta sul mercato. La localizzazione nei territori provinciali<br />
in base alle specificità territoriali permette, infatti, di realizzare dei veri e propri<br />
network, nei quali i sistemi formativi sono in grado di capire le esigenze di alta<br />
formazione delle imprese, rispondendo e stimolando allo stesso tempo la domanda e<br />
favorendo dunque lo sviluppo competitivo dei territori.<br />
Sempre in direzione dello sviluppo del capitale umano per la ricerca e l’innovazione si<br />
colloca sperimentazione avviata in Emilia-Romagna riguardo l’introduzione della<br />
disciplina dell’apprendistato di “terzo livello” 20 , volta all’acquisizione di un titolo di<br />
20 La sperimentazione è già operativa sulla base di un accordo adottato con delibera regionale con il<br />
Ministero del Lavoro e delle politiche sociali e con le parti sociali che prevede l'attivazione di percorsi di<br />
master progettati e realizzati dalle Università del territorio in stretta collaborazione con le imprese<br />
interessate.<br />
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