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POR EMILIA-ROMAGNA OB. 3 FSE 2000-2006 - Dps

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Successivamente, la relazione della task force per l'occupazione ha sottolineato che<br />

l'Unione europea sta correndo il rischio di non riuscire a conseguire entro il 2010<br />

l'ambizioso obiettivo che si era prefissata a Lisbona e ha evidenziato la necessità di<br />

investimenti maggiori e più efficaci in capitale umano.<br />

Nel 2005, la strategia di Lisbona è stata rilanciata attraverso l’individuazione di tre<br />

nuove direttrici di azione:<br />

1) rendere l’Europa più capace di attrarre investimenti e lavoro;<br />

2) porre la conoscenza e l’innovazione al servizio della crescita;<br />

3) creare nuovi e migliori posti di lavoro.<br />

In particolare, il terzo punto, quello più significativo in questa sede di trattazione, ha<br />

posto l’accento sull’opportunità non solo di consentire un migliore accesso al mondo<br />

del lavoro a tutte le categorie sociali nella fascia da 15 a 64 anni della popolazione, ma<br />

anche di accrescere la capacità di adeguamento dei lavoratori e delle imprese e di<br />

aumentare gli investimenti in capitale umano migliorando l’istruzione e le qualifiche.<br />

Di recente, la commissione europea, nell’intento di rispondere alle sfide in ordine alla<br />

competitività, cambiamenti demografici e invecchiamento della popolazione,<br />

integrazione dei percorsi di istruzione, formazione e lavoro, ha lanciato un approccio<br />

innovativo, seppure ormai a regime nei paesi scandinavi, legato al concetto di<br />

flessicurezza. Si tratta di un approccio che cerca di trovare un equilibrio tra le<br />

dimensioni della flessibilità del lavoro (che abbracciano dunque le tematiche trattate in<br />

questa sede: inserimento lavorativo dei giovani, lavoro atipico, inserimento degli over<br />

55) e le dimensioni della sicurezza (ammortizzatori sociali, politiche del nuovo welfare<br />

e percorsi formativi efficaci).<br />

Il concetto di flessicurezza cerca di trovare un equilibrio tra flessibilità (per i datori di<br />

lavoro e gli occupati) e la sicurezza (per i lavoratori). Il libro verde del 1997 della<br />

Commissione ha sottolineato l’importanza della flessibilità e della sicurezza per la<br />

competitività e la modernizzazione del lavoro. Questa idea si sposa bene con il pilastro<br />

“adattabilità” dell’UE nel quale i partner sociali sono invitati a negoziare tutti i livelli di<br />

accordo per modernizzare l’organizzazione del lavoro, includendo la flessibilità dei<br />

contratti, allo scopo di migliorare la competitività e la produttività del lavoro. Questo<br />

equilibrio è richiamato altresì nell’Agenda delle Politiche Sociali <strong>2000</strong>-2005 della<br />

Commissione.<br />

La flessicurezza può essere definita come una strategia integrata per aumentare, nel<br />

contempo, flessibilità e sicurezza nel mercato del lavoro. Si parla di flessibilità nel caso<br />

di transizioni di successo nel corso della vita degli attori (da scuola a lavoro, da un<br />

lavoro a un altro, tra disoccupazione o inattività e lavoro e dal lavoro alla pensione). La<br />

sicurezza d’altro canto, non si limita a garantire il proprio posto di lavoro ma fornisce<br />

agli attori le abilità e le competenze necessarie per crescere nel corso della propria vita<br />

e promuovere nuova occupazione. Comprende altresì adeguati sussidi per facilitare le<br />

transizioni.<br />

Si tratta dunque di una politica che cerca, deliberatamente e simultaneamente, di<br />

aumentare da un lato la flessibilità del mercato del lavoro, delle organizzazioni del<br />

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