Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

In generale, l’impero assomigliava ormai ad una confederazione poco
centralizzata, in cui i governatori delle province lontane rispettavano formalmente la
Sublime Porta, ma facevano ciò che volevano, ed il sultano non aveva più la forza
militare necessaria per imporre la sua volontà. Questa era un’occasione unica per tutti
coloro che volevano liberarsi dal giogo del sultano.
Ma un pericolo maggiore si profilava per la Sublime Porta, e questa volta nessuna
potenza europea era né pronta né desiderosa di aiutarla. La parte più meridionale dei
Balcani, denominata Yunanistan, ma oggi nota come Grecia, era rimasta sotto il
dominio ottomano fin dal 1458, quando Maometto II aveva invaso quella penisola,
per costringere i due despoti della Morea, Tommaso di Patrasso e Demetrio di Mistrà,
a versargli i tributi.
Da quell’epoca, una gran parte, vuoi della terraferma, vuoi delle isole dell’Egeo e
dello Ionio era stata occasionalmente sottratta al dominio ottomano dai Veneziani. In
generale, peraltro, la Sublime Porta non aveva risparmiato sforzi per mantenerne il
possesso, anzitutto in quanto la Grecia era la base per le sue proiezioni verso il centro
dell’Europa, ed inoltre perché la linea strategica principale di rifornimento
dell’impero, dall’Arabia e dall’Egitto, verso l’Anatolia ed i Balcani attraversava il
Mar Egeo.
Durante questa lunga dominazione, un numero elevato di greci trovarono un modo
più che decente di vivere dedicandosi al commercio marittimo, oltre che arruolarsi
nella flotta ottomana. Quando la rivoluzione iniziò, nel 1821, le tre “isole marittime”
di Idra, Spetsis e Psarà avevano raggiunto una notevole rilevanza economica,
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