Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Peraltro, nessuno vuole sapere quali siano, in realtà, i “confini naturali” di quel
paese, e ciò costituisce un problema che le altre nazioni, soprattutto, si trovano a
fronteggiare quando la spinta espansionistica cinese è più forte del solito, come
accade al giorno d’oggi, ed il livello di contenzioso aumenta.
Di fatto, ai bordi esterni della Cina vi sono entità che hanno vissuto per qualche
tempo distaccate da questa – il Tibet, ad esempio - come pure vi sono nazioni
indipendenti – ad esempio la Corea – che hanno fatto per secoli parte del Celeste
Impero.
La militarizzazione strisciante delle isole Spratley e Paracel, rivendicate anche
dalle Filippine, dal Vietnam, dalla Malesia, dal Brunei e dall’Indonesia, il
contenzioso con il Giappone per le isolette Senkaku e Diaouyutai, come pure
l’occupazione pacifica degli spazi vuoti della Siberia, da parte di milioni di Cinesi,
sono fenomeni che finiscono oscurati dalle questioni del Tibet e di Formosa, ma che
possono esplodere da un giorno all’altro nelle mani della diplomazia internazionale.
Ma perché la Cina, dopo tanti secoli, ha ripreso la sua politica espansionistica? La
crescita della popolazione fino al livello di un miliardo e mezzo, pochi anni fa,
implica, in alternativa, o l’occupazione di spazi altrui, ed abbiamo visto numerosi
esempi del passato, oppure comporta la creazione di condizioni di vita accettabili per
tutti.
Questa seconda alternativa, peraltro, significa limitare i livelli di disoccupazione a
percentuali storicamente non critiche, comunque inferiori al 20%, in modo da
assicurare un minimo di benessere diffuso. Una tale preoccupazione che discende dal
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