Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Per ritornare al Giappone, mentre i più illuminati, come abbiamo visto,
consideravano che l’apertura alle tecnologie occidentali fosse il modo migliore per
difendere il paese, non tutti erano d’accordo, ed oltretutto, apparentemente, gli ordini
dal centro alla periferia non si diffondevano in modo abbastanza capillare.
Mentre, quindi, il governo centrale si preoccupò quasi immediatamente di
intraprendere “la modernizzazione dell’esercito e della marina militare,
essenzialmente con l’appoggio delle potenze occidentali” 340 , accettando di pagare i
costi elevati connessi con la cessione di tecnologia, si continuarono a verificare degli
incidenti: “nel 1862, membri di una setta assassinano un inglese nei pressi di
Yokohama; i fortini appartenenti al (clan di) Choshu aprono il fuoco il 25 giugno
1863 su bastimenti occidentali che incrociano nello stretto di Shimonoseki, (e) nel
1861 viene attaccata la delegazione inglese di Shinagawa. Si tratta sempre di azioni
condotte da giovani samurai sotto la spinta dei Daimios, i feudatari più ricchi del
Giappone” 341 .
In risposta, i britannici bombardarono il porto di Kagoshima, il 15 agosto 1863, e
l’anno successivo una “flotta confederata anglo-franco-olandese-americana” 342
smantellò i forti del clan Choshu, anche perché impedivano loro di compiere i rilievi
idrografici dello stretto di Shimonoseki, che era un’arteria fondamentale per il
transito dal Mare del Giappone alla costa orientale giapponese ed all’oceano;
oltretutto, i rilievi erano un’attività che tutte le navi occidentali dovevano compiere,
durante le campagne oltremare, per aggiornare le carte nautiche.
340 R. CALVET. Op. cit. pag.312.
341 Ibid. pgg. 312-313.
342 H. S. HEGNER. Op. cit. pag. 43.
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