Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

terriero di cui non mancano le tracce nei vari paesi. (Ogni tanto) comparivano in
Occidente dei monaci per riscuotere gli affitti” 126 .
Nel 969, il dominio di Gerusalemme passò ai califfi fatimidi del Cairo, ma la
situazione non cambiò, anche se “le cose pare andarono male sotto il fanatico califfo
El-Hakim (996-1021)” 127 . Da notare che, in questo periodo, si ebbe una notevole
presenza amalfitana nella Città Santa, grazie a commercianti ed all’interesse del
vescovo di quella città.
Il grande cambiamento avvenne nel 1071, con lo stabilirsi di un presidio turco
nella città, ed i nuovi dominatori “aggravarono i cristiani con nuove molestie ed
angherie, (fra cui) il pagamento di un pedaggio per entrare in Gerusalemme e per
visitare il Santo Sepolcro” 128 . È ben vero che, nel 1076, per effetto della ribellione
araba contro i Turchi, poi soffocata in un bagno di sangue, gli abitanti cristiani
soffrirono le conseguenze della repressione, ma non si può dire che il cambio di
regime avesse creato una situazione davvero insostenibile.
Nel frattempo, il mondo cristiano era scosso da due lotte di potere, le cui
conseguenze portarono allo scontro frontale fra Oriente ed Occidente. La prima fu lo
scisma della Chiesa, conseguenza del rifiuto dei patriarchi di Bisanzio di accettare la
supremazia della Chiesa di Roma. Dietro questa lotta, in Occidente, vi era l’avvenuto
accordo fra l’imperatore Ottone ed il Papato, per cui “Roma diventava di nuovo il
pretesto ideale di una azione politica diretta ad escludere Bisanzio da ogni influsso in
126 Ibid. pag. 101.
127 Ibid.
128 Ibid. pgg. 102-103.
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