Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

I negoziati procedettero a rilento, in quanto la Russia sperava di avere acquisito, in
questo modo, un approdo nei mari caldi, indispensabile per “la vendita in Oriente dei
prodotti delle sue fabbriche che non erano in grado di sostenere la concorrenza sui
mercati mondiali” 349 ; se avesse ceduto la parte sud della Manciuria, inclusa quindi
Port Artur, questo grande progetto sarebbe andato in fumo. Ma invece di trovare una
soluzione che soddisfacesse le esigenze di ambedue le parti, si illuse di poter
prendere per stanchezza i negoziatori giapponesi.
Una volta che questi ultimi ebbero sufficiente evidenza della cattiva volontà russa,
inviarono la loro flotta, piccola ma moderna, verso Port Artur, in gran segreto e l’8
febbraio 1904, al tramonto, essa “si trovava a circa 60 miglia (dal porto), senza essere
stata segnalata dai russi. Le istruzioni (per le siluranti) erano di avvicinare la flotta
russa e di attaccarla coi siluri. Alle sei di sera la nave ammiraglia (giapponese)
Mikasa alzò il segnale affondate la squadra nemica, successo a tutti voi!” 350 .
L’attacco delle siluranti fu sferrato a mezzanotte, poco prima che fosse stata
dichiarata la guerra – i Giapponesi non sono mai stati capaci di calcolare i fusi orari,
nemmeno in occasione dell’attacco di Pearl Harbour – ed i loro siluri danneggiarono
solo tre delle sette corazzate russe, anche perché la temperatura gelida del mare
bloccò i meccanismi di scoppio di alcuni siluri; ma anche se i danni erano limitati,
l’effetto psicologico sui Russi fu enorme. Soprattutto, la sorpresa strategica
giapponese aveva colto la flotta russa impreparata, con tre incrociatori corazzati nel
porto di Vladivostok ed il grosso a Port Artur, come abbiamo visto.
349 N. V. RIASANOVSKY. Op. cit. pag. 403.
350 G. MOLLI. Op. cit. pag. 358.
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