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Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

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approcci (Ways in Inglese), come giustamente notato dal generale americano<br />

Maxwell-Taylor. V<strong>ed</strong>iamo <strong>di</strong> definire brevemente questi tre elementi fondamentali,<br />

che possono essere ben definiti i suoi pilastri.<br />

Il Fine, anzitutto, come in<strong>di</strong>ca la parola, è l’obiettivo che ci si prefigge <strong>di</strong><br />

conseguire, m<strong>ed</strong>iante una determinata azione. In strategia, questo si <strong>di</strong>vide peraltro in<br />

due parti. Al <strong>di</strong> sopra <strong>di</strong> tutto vi è il fine politico o scopo (Zweck, come in<strong>di</strong>cato da<br />

Clausewitz), quello appunto definito dai vertici <strong>di</strong> un’organizzazione. Al <strong>di</strong> sotto <strong>di</strong><br />

questo vi è l’obiettivo finale (Ziel), più concreto del primo, col quale viene definito<br />

dalla <strong>di</strong>rigenza cosa in pratica si voglia conseguire, per ottenere ciò cui i vertici<br />

miravano. Purtroppo, spesso il fine politico viene espresso in termini vaghi, il che,<br />

mentre da una parte consente al <strong>di</strong>rigente una libertà d’azione più ampia, dall’altra<br />

<strong>di</strong>venta spesso fonte <strong>di</strong> tensione interna <strong>fra</strong> il politico e lo stratega.<br />

Abbiamo introdotto, quin<strong>di</strong>, la <strong>di</strong>namica <strong>fra</strong> politica e strategia, definita da alcuni<br />

come il “<strong>di</strong>alogo ineguale” 12 , ma essenziale per l’esito positivo <strong>di</strong> ogni impresa.<br />

Infatti, “più <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> capi rivoluzionari, dai commissari bolscevichi del 1919<br />

ai mullah iraniani, oltre mezzo secolo dopo, si dovettero rivolgere, volenti o nolenti,<br />

ad ufficiali esperti, dei quali essi magari non si fidavano, ma dei cui servigi avevano<br />

bisogno” 13 . In una situazione simile si ritrovò l’ONU negli anni ‘90, quando decise <strong>di</strong><br />

attuare il Peace Enforcing, senza peraltro curarsi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre dei mezzi e delle tattiche<br />

adeguate. Solo nel 1999, con il Rapporto Brahimi, il Consiglio <strong>di</strong> Sicurezza capì la<br />

necessità <strong>di</strong> adottare approcci coerenti con i mezzi a <strong>di</strong>sposizione.<br />

12 E.A. COHEN. Supreme Command. Ed. Anchor Books, 2003, pg. 263.<br />

13 Ibid.<br />

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