Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

un’umiliazione inaudita per il nostro Governo; ma noi non siamo in grado di forzare
la storia. Però, se la Russia perde del territorio, il bolscevismo conserva le sue
posizioni, attendendo la sollevazione generale del proletariato internazionale” 205 .
Oltretutto, avendo i Tedeschi lanciato un’offensiva, che era arrivata a due settimane
da Mosca, Lenin aggiunse: “abbiamo, forse, due settimane. Qualcuno di voi può
garantire che in (queste) due settimane i lavoratori (della Germania) si
solleveranno?” 206 . E la pace fu quindi firmata.
Questo è un esempio di come si formula una strategia chiara, sulla base di un
realistico apprezzamento della situazione: in tutto il paese, infatti, i lealisti, con alla
loro testa prima il generale Lev Kornilov, ex comandante supremo dell’esercito, e
quindi, dopo la sua morte, il generale Denikin, stavano organizzando militarmente i
loro fedelissimi, costituendo gli eserciti di quella che fu chiamata Russia Bianca, un
concetto che non ebbe mai una coesione sufficiente per svolgere operazioni
coordinate ed efficaci.
Non solo, ma Lenin sapeva bene che, non appena la guerra fosse finita, le potenze
occidentali avrebbero aiutato i controrivoluzionari con armi e mezzi, quando non
fossero intervenute direttamente. Non c’era tempo da perdere, e quei sette mesi di
respiro furono essenziali per prepararsi a resistere a questo secondo assalto.
La nazione più tempestiva fu la Gran Bretagna, che occupò Murmansk ed
Arcangelo, nell’estremo nord, e fomentò, assieme alla Francia, la rivolta a Jaroslav,
in Siberia, dove i prigionieri cecoslovacchi, ex appartenenti all’esercito austro-
205 Ibid. pag. 60.
206 C. RICE. The Making of Soviet Strategy. Da “Makers of Modern Strategy”. Princeton Univ. Press, 1986, pag. 649.
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