Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Con le navi giapponesi poste a metà fra i due reparti russi, questi ultimi si
trovarono a non poter godere della loro pur limitata superiorità numerica;
l’ammiraglio giapponese Togo, inoltre, portò la sua flotta in un ancoraggio alle isole
Elliot, a nord-est della base principale russa, in modo da coprire i convogli che
portavano le truppe destinate all’invasione della Corea, che furono traghettate quasi
tutte senza perdite.
Su terra, la situazione era apparentemente migliore, avendo il generale russo
Kuropatkin ampi spazi a disposizione per attirare il nemico verso l’interno della
Manciuria e quindi batterlo. Il primo problema era che così facendo egli avrebbe
abbandonato la base navale principale al suo destino, non essendo stato completato il
sistema di difese della penisola del Kuang Tung. Quindi, la flotta russa doveva a tutti
i costi forzare lo stretto di Corea, sorvegliato dalla flotta giapponese e raggiungere gli
incrociatori corazzati a Vladivostok. Peraltro, il tentativo di effettuare il
ricongiungimento, effettuato il 10 agosto 1904, fallì miseramente, e le navi
rientrarono in porto, dove rimasero bloccate, e si autoaffondarono al momento della
resa della piazzaforte.
Nel frattempo, l’esercito russo si ritirava, secondo i piani, mantenendosi parallelo
alla diramazione ferroviaria della transiberiana, costruita di recente per collegare
quest’ultima con la penisola del Kuang Tung, ma quando si avvicinò al capoluogo
della Manciuria, Mukden, ebbe ordine di tenere la città ad ogni costo, malgrado i
rifornimenti fossero più arretrati, nella città di Harbin. Il governo, infatti, non era a
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