Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

In definitiva, abbiamo qui il primo esempio occidentale di come lo scontro fra
civiltà sia una strategia, più che una situazione, anche se questa deve appoggiarsi,
preferibilmente, su clamorosi eventi accaduti. Per avere successo, questa strategia,
naturalmente, presuppone l’uso di tutte le energie di uno Stato o di una collettività, ed
ha come fine l’annientamento del nemico.
La Crociata, peraltro, era una scommessa, basata com’era sul volontariato, visto
che gli Stati non si impegnarono direttamente, limitandosi ad autorizzare un certo
numero di principi e duchi, con le milizie che essi avevano raccolto, ad andare a
combattere gli infedeli: pur non potendosi opporre apertamente all’iniziativa papale, i
Sovrani di fatto si limitarono quindi a riconoscerne la validità, senza spendere troppe
energie, necessarie per la lotta di potere sul continente europeo. Questo fu uno dei
fattori che limitò l’ampiezza delle spedizioni nel Levante, riducendone l’efficacia.
La Prima Crociata ottenne una serie di risultati positivi, nel modificare gli
equilibri fra Oriente ed Occidente: anzitutto, fissò forze notevoli del nemico islamico
nel Levante, facendo quindi venir meno, per alcuni anni, la sua spinta espansionistica.
Poi, le forze crociate conquistarono Nicea, rigettando lontano da Costantinopoli il
nemico, grazie alla vittoria di Dorileo, il 1° luglio 1097, che aprì loro la strada verso
Antiochia.
Va detto che i leader islamici avevano sottovalutato il nuovo nemico, dopo che il
Sultano Qilig Arslān, il 21 ottobre 1096, aveva fatto agevolmente strage, nei pressi di
Nicea, di un primo gruppo di Cristiani, guidato da Pietro l’Eremita, e composto da
“centinaia di cavalieri e un gran numero di fanti armati, insieme a migliaia di donne,
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