Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

cristiano, salvo la basilica giustinianea del Moriah, che diventò la Mesdijd-el-Aksa, la
moschea lontana dove Maometto era stato portato (oggi nota come la Moschea di
Omar). Secondo gli ordini del Profeta, Gerusalemme fu per i mussulmani la Città
Santa, dopo la Mecca” 119 .
Va detto che, grazie a questo accordo ed alla tolleranza dei governatori arabi, i
pellegrinaggi cristiani continuarono, anche se, quando le guerre con Bisanzio
riprendevano, i poveri pellegrini finivano, ogni tanto trucidati. Con il pur parziale
risorgere della potenza dell’Europa occidentale, grazie ai re Franchi, anche questi si
interessarono della questione; era un interesse logico ed ampiamente giustificato, dato
che un gran numero di pellegrini veniva da questa parte del continente.
Naturalmente, la questione di Gerusalemme era solo uno degli argomenti che si
tentava di discutere, visto il desiderio di cercare un modo di regolare i rapporti con il
mondo arabo, in ossequio al precetto che “la guerra non è se non la continuazione del
lavoro politico, al quale si frammischiano altri mezzi” 120 .
Iniziò, a quanto sembra, re Pipino, che inviò ambasciatori nel 765 alla corte di
Baghdad, ma i cronisti franchi non specificarono le questioni da trattare. Carlo
Magno, a sua volta, inviò una delegazione nel 797; solo nell’ 801, “mentre
l’imperatore, di ritorno dall’incoronazione a Roma si avviava al Gran San
Bernardo” 121 , giunsero notizie che ambasciatori da Baghdad erano sbarcati a Porto
Pisano. Dei membri della delegazione occidentale, si seppe che era sopravvissuto il
119 Ibid. pag. 98.
120 C. von CLAUSEWITZ. Op. cit. Vol. II, pag. 811.
121 F. COGNASSO. Op. cit. pag. 99.
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