Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

delle Isole Falkland, è solo l’ultimo esempio di una lunga serie di errori, derivanti
dalla mancata attenzione a questo principio.
In Shang Yang si trova, inoltre, una profonda comprensione delle differenze fra la
guerra terrestre e la guerra sul mare: “un paese esposto su tutti i fronti dedica le sue
attenzioni alla difesa; un paese addossato al mare le rivolge alla guerra offensiva” 25 .
Infine, va rilevata l’affermazione che “contare sulla sola forza del numero
equivale a praticare la politica del tetto di paglia; appoggiarsi alla superiorità
dell’armamento è chiedere troppo alla tecnica: affidarsi all’abilità dei propri generali
è riporre troppa fiducia nell’astuzia. Se un principe si affida ad una sola delle tre, la
sua rovina è certa” 26 .
In sintesi, Shang Yang ha una visione molto bilanciata dei presupposti
indispensabili per una strategia di guerra, qualcosa che, nei tempi recenti, è spesso
mancata, nel mondo occidentale.
Purtroppo, per la scuola cinese, “questo inizio così brillante non porta ad una
discendenza di teorici allo stesso livello. Mentre si trovano nei primi studiosi le idee
di base di una teoria strategica strutturata, con la distinzione tra la vittoria
dell’esercito e la vittoria del paese, la dialettica dell’attacco e della difesa, i successori
non approfondiscono la strada tracciata e si limitano a glosse ripetitive” 27 .
Sulla scuola cinese, che dovrà attendere secoli, prima di trovare in Mao Tze Dong
un epigono degli studiosi appena citati, va detto che “gli occidentali hanno talvolta la
25 A. CORNELI. Op.cit. pag. 46.
26 A. CORNELI. Op. cit. pg. 46.
27 H. COUTAU-BÉGARIE. Op. cit. pag. 148.
13