Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Un buon esempio è l’Atto di Embargo, approvato il 22 dicembre 1808, dal Congresso
USA. “Tenuto conto dei pericoli cui le navi americane erano esposti dalle azioni dei
due belligeranti (Francia e Gran Bretagna), un embargo fu raccomandato, per
garantire la loro sicurezza tenendoli nei loro porti”.
È ben vero che questa legge fu poi bocciata, e l’Atto di Non-Commercio (Non–
Intercourse Act), votato il 1° marzo 1809, “permetteva alle navi mercantili degli Stati
Uniti di andare oltremare in cerca di impiego e per trafficare fra il loro Paese ed altre
Nazioni, eccetto la Gran Bretagna e la Francia, nonché le colonie occupate da queste,
che erano totalmente proibite alle navi americane”.
Ciò nonostante, la tentazione di fermare ogni rapporto commerciale con il mondo
esterno, in quanto guastato dal violento scontro fra due nemici mortali, è evidente in
questo peculiare Atto di Embargo, inflitto dagli USA contro loro stessi. E
l’isolazionismo non cessò mai di spuntare fuori, ogni tanto, vuoi dalle deliberazioni
del Congresso USA, o da quelle del governo. Il Presidente Jackson, ad esempio,
dichiarò che la grande distanza fra gli USA e “tutti quei governi, la cui potenza
potremmo aver motivo di temere, non lasciava nulla da temere per tentativi di
conquista”.
Non c’è bisogno di dire che pochi anni dopo, quando nel 1835 una disputa con la
Francia, a proposito del Messico, “si infiammò fino ad originare una grave crisi, e fu
riferito che il governo francese stava inviando una flotta formidabile attraverso
l’Atlantico in una crociera di osservazione”, sia il Presidente, sia il suo partito
dovettero rivedere la loro politica, secondo la quale “gli eserciti permanenti erano
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