Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

momento, Hung ed i suoi accoliti furono salvati dalla dichiarazione di guerra degli
alleati anglo-francesi al governo imperiale di Pechino” 252 .
Cos’era accaduto? Le autorità cinesi avevano iniziato una resistenza passiva
all’applicazione delle clausole dei trattati; per reazione, “la Gran Bretagna e la
Francia, insoddisfatte dei risultati ottenuti e desiderose di aprire il mercato cinese ai
propri prodotti, approfittarono della situazione di debolezza in cui si trovava la
dinastia per sferrare un nuovo attacco. Il pretesto fu offerto da due episodi di
rilevanza limitata: l’arresto dell’equipaggio di una nave contrabbandiera, da parte
delle autorità cinesi, e la morte di un missionario francese” 253 . Risale a quegli anni la
penetrazione britannica nei regni della Birmania, vassalli della Cina, i cui ricorrenti
disordini minacciavano di estendersi all’India: alle occupazioni temporanee seguì, nel
1886, l’annessione dell’intera regione.
L’8 ottobre 1856 scoppiò quindi la cosiddetta “seconda guerra dell’oppio” il cui
esito non era in dubbio: dopo una serie di sconfitte, ulteriori bombardamenti, lo
sbarco e l’occupazione di Canton, il blocco di Tientsin e il saccheggio della stessa
capitale Pechino, il governo cinese dovette venire a patti. Nel frattempo, come
abbiamo visto, la Russia ne aveva approfittato per espandersi in Siberia fino al
Pacifico. Dopo un primo trattato di pace, il 27 giugno 1858, le ostilità ripresero,
(Terza guerra dell’oppio) quando i forti di Taku affondarono quattro cannoniere
252 Ibid. pag. 29.
253 LUBBOCK. Op. cit. pag. 542.
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