Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

crollo del regime, la cui popolarità era già in ribasso per i provvedimenti impopolari e
spesso inutilmente spietati che caratterizzarono quel periodo.
Il campo di battaglia, invece, fu trovato nella Spagna, una nazione sofferente da
oltre un secolo per le sue lotte intestine, che divenne il capro espiatorio di questo
scontro. Quella guerra, peraltro, mise in luce le difficoltà che Stalin incontrava nel
farsi rispettare, senza essere scavalcato a sinistra, in una situazione, peraltro, in cui gli
animi erano fin troppo tesi. Il modo, infatti, con cui trattò i comunisti spagnoli che si
rifugiarono a Mosca, dopo la vittoria di Franco, dà l’idea di una profonda frustrazione
pregressa, cui attribuiva la colpa proprio a loro. E quando Stalin ce l’aveva con
qualcuno, questi rischiava la vita!
In fondo, era stato proprio lui a far crollare l’unione dei cuori e delle menti,
peraltro precaria, della coalizione repubblicana, decidendo che il controllo del
movimento operaio mondiale, da parte dell’Unione Sovietica, era più importante
della sorte di un paese come la Spagna. La repressione degli anarchici a Barcellona
non si può spiegare altrimenti.
Ma un errore tira l’altro, e Stalin ne commise uno ancora più grosso, autorizzando
Molotov, suo Ministro degli Esteri, a firmare il patto di spartizione della Polonia con
il suo corrispondente tedesco Ribbentrop. Fu una enorme perdita di prestigio, ma
anche il presupposto per essere sorpreso dalla Germania, quando quest’ultima
attaccò: gli armamenti che erano stati predisposti per una rapida mobilitazione, vicino
alla frontiera, furono infatti tutti catturati dal nemico, nei primi giorni di guerra.
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