Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

In definitiva, la Turchia moderna poggia, molto più di quanto non si pensi, sulla
tradizione ottomana, le cui esperienze positive e negative servono come guida
comportamentale al governo. Anche la lotta in corso fra il kemalismo e l’integralismo
religioso, moderato o meno, è un lascito del passato, un problema che l’Occidente
potrebbe aiutare a risolvere. Il problema dell’ammissione o meno della Turchia
all’Unione Europea, visto da Ankara, si gioca tutto sull’alternativa fra l’adesione
all’Occidente, anche a costo di subire l’umiliante interferenza altrui, come nel secolo
XIX, oppure una via islamica, che abbandoni le esperienze di governo laiciste.
h)-I nazionalismi laicisti
La caduta dell’impero ottomano portò conseguenze durature soprattutto per i
popoli dell’Asia sud-occidentale, fino ad allora amministrati dalla Sublime Porta. La
Francia e la Gran Bretagna, infatti, avevano in mente una riorganizzazione completa
della regione, secondo criteri nuovi.
Gli aspetti più importanti di questo progetto, noto come trattato Sykes - Picot, dal
nome dei due negoziatori erano, anzitutto, quello di creare una serie di stati di
dimensioni equivalenti, in modo da ottenere, nel lungo periodo, buone probabilità di
un equilibrio regionale stabile. A questa serie di stati se ne aggiungeva uno più
piccolo, il Libano, per dare alla popolazione cristiana della Siria un minimo di
indipendenza, nonché il territorio della Palestina, amministrato direttamente dalla
Gran Bretagna. Si può notare, in questo, l’approccio cartografico britannico, che si
era già manifestato con le due Linee Durand del 1879-81, la prima, più famosa, che
127