Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

come ad esempio l’abbandono del Patto tripartito (l’Asse) da parte del Giappone.
Hull non capì che per il Giappone, quel trattato con Germania ed Italia era in parte
una facciata, in parte un gesto minatorio, e che non intendeva onorarlo, a meno che
non gli facesse comodo. Il Principe Konoye desiderava sinceramente iniziare a
liquidare i sogni giapponesi di conquista; ma egli era in difficoltà, con un governo di
militaristi arrabbiati, e Hull non gli diede aiuto per prevalere” 384 .
Il 2 ottobre il governo americano respinse definitivamente la proposta, il Principe
si dimise e fu sostituito dal generale Tojo come Primo Ministro. Il 26 ottobre, la flotta
combinata giapponese, in silenzio radio, si allontanò dalla madrepatria, pronta ad
attaccare Pearl Harbour. La Seconda Guerra mondiale stava per coinvolgere le due
maggiori potenze del Pacifico.
Va detto che, differentemente dalla maggioranza degli ufficiali, proprio lo stratega
dell’aggressione agli Stati Uniti, l’ammiraglio Isoroku Yamamoto, era il meno
entusiasta. In una sua lettera del gennaio 1941, egli afferma, infatti: “se dovessero
scoppiare le ostilità fra il Giappone e gli Stati Uniti non sarà sufficiente per noi
prendere Guam e le Filippine, o persino le Hawaii e San Francisco. Dovremmo
marciare dentro Washington e firmare il trattato (di pace) nella Casa Bianca.
L’ammiraglio stava evidenziando che la guerra con l’America non sarebbe stata così
semplice come i politici guerrafondai pensavano. Era più facile iniziare una guerra
che finirla. A prescindere da quanti territori i Giapponesi avrebbero preso, la vittoria
finale avrebbe potuto sfuggir loro. Egli non cambiò mai opinione” 385 .
384 S. E. MORISON. Op. cit. pag. 42.
385 J. D. POTTER. Op. cit. pag. 128.
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