Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Questa chiusura dimostra che i Giapponesi non erano certo stati ammaliati dagli
Europei, tutt’altro! Questi ultimi, infatti, venivano chiamati nanban, che significa
“Barbari del Sud”; in effetti, e lo abbiamo visto nel caso della Cina, gli avventurieri
europei non erano certo dei meravigliosi ambasciatori della nostra civiltà, ed i loro
scopi non andavano al di là del profitto più bieco e diretto.
La pace interna ed il benessere prodotto dal commercio internazionale fecero in
quell’epoca raddoppiare la popolazione, da quindici a trenta milioni di abitanti. I
numeri ci sembrano ridicoli, ma il fatto che il governo degli Shogun abbia saputo
assicurare un livello di vita adeguato è segno che anche in Giappone, come in Cina,
l’attenzione alle esigenze della popolazione era un impegno morale per i leader.
Nel frattempo, il numero dei prodotti di esportazione aumentava: anzitutto la
carta, prodotta con la cellulosa di legno, “cosa che (le) conferisce una migliore qualità
estetica ed una maggiore solidità” 320 . Furono poi esportate le porcellane, le armi da
taglio e le corazze, segno dell’eccellenza dell’industria metallurgica, sia pure ancora
artigianale.
Stranamente, gli editti degli shogun dell’epoca mostrano che il poco commercio
estero ancora ammesso era riservato agli stranieri ed alle loro navi; “i divieti di
costruzione di imbarcazioni di grandi dimensioni, miranti ad impedire il commercio
internazionale” 321 ai cittadini giapponesi, fanno sì che si sviluppi la sola costruzione
320 Ibid. pag. 239.
321 Ibid. pag. 275.
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