Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Occidente” 129 , dove, come abbiamo visto, essa aveva ancora dei possedimenti, specie
nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia, anche se questi erano minacciati dai
Normanni e sarebbero presto caduti sotto il loro potere.
Come al solito, questo scontro finì per essere mascherato da una disputa
dottrinaria, nel cui ambito la questione più nota era quella del Credo romano, nel
quale era inserita, a proposito dello Spirito Santo, la frase “Qui ex Patre filioque
procedit”. Solo dimostrando, infatti, che la Chiesa di Roma era in errore teologico,
quella di Bisanzio poteva affermare la sua supremazia morale.
Dopo un concilio a Bari, che non produsse la riconciliazione auspicata, un sabato,
il 16 luglio 1054, lo scisma si consumò a Costantinopoli, vuoi perché “i Legati
pontifici si comportarono con pochissimo tatto, (tanto che) la delegazione romana,
mentre il clero di Santa Sofia celebrava la sacra liturgia, depositò sull’altare la
sentenza di scomunica contro il patriarca (Michele Cerulario) e poi si ritirò” 130 , vuoi
infine perché l’imperatore Costantino IX non fece nulla per impedire lo scisma, a
differenza di sua madre, l’imperatrice Teodora.
L’altro evento che produsse conseguenze altrettanto gravi, fu la lotta del nuovo
imperatore d’Occidente, Enrico IV, contro il Papato, il cui Pontefice, Gregorio VII, il
grande riformatore della purezza spirituale della Chiesa, era diventato anche l’alfiere
della supremazia morale della Chiesa sullo Stato. Dopo la morte del Papa, ebbe luogo
l’elevazione al Soglio Pontificio di Vittore III, che morì due anni dopo, e quindi di
Urbano II; quest’ultimo, un monaco francese della famosa abbazia di Cluny, era stato
129 Ibid. pag. 49.
130 Ibid. pag. 52.
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